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Garlasco, l'ombra di un secondo omicidio: "Chi dichiarò il falso"

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domenica 2 novembre 2025
 Garlasco, l'ombra di un secondo omicidio: "Chi dichiarò il falso"

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Un filo rosso legherebbe il delitto di Garlasco a un altro omicidio, quello di Soufiane Ech Chafiy, 20enne di nazionalità marocchina, il quale fu ucciso da un colpo di pistola sparato dalla polizia dopo un inseguimento in auto da Vigevano ad Abbiategrasso la notte del 24 marzo 2016. All'epoca a reggere la Procura di Pavia c’era l’aggiunto Mario Venditti. Quest'ultimo oggi è indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari. Il sospetto è che possa aver ricevuto dei soldi per archiviare la posizione di Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, nel 2017.

Il caso è riemerso ora, andando così a inserirsi nel groviglio di inchieste, tra Pavia e Brescia, che dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007 porta al "sistema Pavia". Lo riporta il Giorno. “I dati di fatto ci sono, si tratta di mettere in fila i pezzi", ha detto l’avvocato Marco Romagnoli parlando dell’istanza di riapertura delle indagini per la morte di Soufiane che ha presentato alla Procura di Pavia insieme alla collega Debora Piazza. 

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Il collegamento sarebbe da individuare nella "reggenza" della Procura di Pavia, dall’ottobre 2015 fino all’arrivo dell’attuale procuratore Fabio Napoleone a gennaio 2022, dell’ex procuratore aggiunto Venditti. “Il contesto che sta emergendo – ha spiegato l’avvocato Romagnoli – ci ha portato a ritenere che ora ci fosse finalmente il clima giusto per la richiesta di riapertura delle indagini”. E ancora: "Avevamo difeso gli altri due ragazzi che erano sull’auto, accusati di resistenza e di aver sparato contro la polizia: sono stati assolti, il 22 ottobre 2020, per non aver commesso il fatto. C’è la sentenza del Tribunale di Pavia, passata in giudicato, che dimostra che nessuno ha sparato contro la polizia e che i poliziotti hanno messo a verbale il falso. Difendendo loro ci siamo resi conto che si trattava di omicidio, ma io e la collega ritenevamo che allora non ci fosse il clima per la richiesta di riapertura. Non c’era nessun difensore delle persone offese, avevano indagato il poliziotto per eccesso colposo di legittima difesa e subito archiviato”.

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