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Garlasco, Sempio da Vespa: "Ho molti dubbi sull'impronta 33"

giovedì 20 novembre 2025
Garlasco, Sempio da Vespa: "Ho molti dubbi sull'impronta 33"

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"Sogno forse l'oblio, di cercare di tornare alla normalità, ma vedremo quanto sarà possibile". Andrea Sempio, ospite di Bruno Vespa prima a 5 minuti e poi a Porta a porta mercoledì sera su Rai 1 e si difende: non è stato lui a uccidere Chiara Poggi la mattina del 13 agosto del 2007 a Garlasco. L'assassino, peraltro già condannato in terzo grado, è stato il suo fidanzato Alberto Stasi. Tuttavia, da inizio 2025, anche l'amico di  Marco Poggi, fratello di Chiara, è indagato nuovamente dalla Procura di Pavia per "concorso in omicidio".

"Finché si tratta di lanciare suggestioni o buttare fango la macchina dei media si impegna parecchio... - recrimina il 37enne -. Se non fosse per l'assalto dei media io non ho paura, non mi vergogno di girare per strada. E' un peso avere gli occhi addosso, ma io non ho nulla per cui io mi devo nascondere".

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Dopo una doppia archiviazione, da qualche mese è di nuovo sotto i riflettori ma la sua versione non cambia. Gli elementi contro di lui, sentito per la prima volta subito dopo il delitto (come tutti gli amici di Marco), poi nel 2008 quando consegna lo scontrino del parcheggio di Vigevano sono sempre gli stessi dal 2017 quando le indagini difensive di Stasi puntano su lui. "Quello che mi stupisce è che non sono l'unico che ha portato qualcosa" quando viene sentito dai carabinieri. "C'è chi ha portato altri scontrini, c'è chi ha portato il passaporto, chi le timbrature del lavoro, chi i movimenti del bancomat", sottolinea da Vespa, ricordando di aver conservato il tagliando vista l'attenzione intorno all'omicidio.

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Sulle tre telefonate fatte una settimana prima sul fisso di casa Poggi, il 38enne le spiga una per una. Quella che dura due secondi è un errore, nella seconda - non riuscendo a contattare Marco in vacanza con i genitori in Trentino - telefona "per sapere se c'era e mi viene detto di no. Riprovo a contattare Marco e non riesco, a quel punto il giorno dopo chiamo consapevolmente casa Poggi e chiedo quando sarebbe tornato. Da lì in poi non chiamo più. Quello che ho fatto io l'ha fatto anche un amico di Giuseppe Poggi", il papà di Chiara.

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Fuori dall'incidente probatorio ancora in corso - nessuna impronta trovata nella villetta di via Pascoli è riconducibile all'indagato - l'elemento di novità investigativo è l'impronta 33 trovata sulla parete destra della scala dove fu gettato il corpo della vittima. Una traccia priva di sangue che gli inquirenti di Pavia attribuiscono proprio a Sempio. "Ho molti dubbi che sia attribuibile a me. L'abbiamo fatta controllare più volte (dai consulenti, ndr) e ho dubbi. Anche fosse non trattandosi di una traccia insanguinata, ma semplicemente di un'impronta sul muro può essere, non mi stupirebbe. Non andavo spesso in cantina ma penso di esserci stato 3-4 volte" ricorda. Quello di Chiara, conclude, è stato per le modalità "un delitto passionale, un delitto d'impeto".