Una operazione clamorosa per sgominare "il welfare del terrore" di Hamas in Italia. Sono stati arrestati da polizia e guardia di finanza nove persone accusate di aver finanziato l'associazione terroristica palestinese per 8 milioni di euro attraverso associazioni. I provvedimenti cautelari sono stati emessi nell'ambito una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. Eseguite misure cautelari nei confronti di nove indagati, destinatari tutti della custodia in carcere, e di tre associazioni.
A eseguire l'ordinanza di applicazione delle misure cautelari, emessa dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, i poliziotti della Digos e i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Genova e del Nucleo Speciale della Polizia Valutaria. L'indagine è partita dall'analisi di operazioni finanziarie sospette e si sarebbe sviluppata grazie a scambi informativi con altri uffici inquirenti italiani e con le autorità dei Paesi Bassi e di altri Paesi della Ue. Per gli inquirenti, il "finanziamento delle attività terroristiche" sarebbe avvenuto attraverso tre associazioni di beneficenza. In particolare, gli arrestati vengono accusati di aver "rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell'organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro", con "operazioni di triangolazione" attraverso bonifici bancari o con altre modalità attraverso associazioni con sede all'estero, in favore di associazioni con sede a Gaza "dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas" o "direttamente a favore di esponenti di Hamas, in particolare, ad Osama Alisawi, già Ministro del governo di fatto di Hamas a Gaza, che in varie circostanze sollecitava tale supporto finanziario".
Tra gli arrestati c'è Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia e componente del board of directors della European Palestinians Conference, e ritenuto non solo membro di Hamas ma "vertice della cellula italiana dell'organizzazione" terrorista nella sua veste di legale rappresentante di A.B.S.P.P. dal 21 settembre 2001 fino al 20 marzo 2018 e, negli anni successivi, di amministratore di fatto della associazione, di rappresentante legale di A.B.S.P.P. O.D.V. fin dalla costituzione, nel 2003; di amministratore di fatto dell’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché dell’Associazione Benefica La Palma, costituite secondo gli organizzatori per "proseguire l’attività di finanziamento nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche".
Hannoun viene definito un "componente di vertice" di Hamas ed è accusato di aver versato oltre il 71% dei fondi raccolti per la popolazione palestinese direttamente all'associazione terroristica o ad altre collegate. Dall'8 ottobre 2001 a oggi, e soprattutto a seguito dell'attacco del 7 ottobre, l'architetto e presidente di Api secondo gli investigatori avrebbe versato, direttamente o indirettamente, oltre 7 milioni di euro, (7.288.248,15 per la precisione), soldi che sarebbero stati raccolti "sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza".




