Il pranzo natalizio se n’è andato lasciando alle spalle i suoi tipici effetti collaterali: devastanti reflussi gastroesofagei, clamorose acidità di stomaco, odio represso, agghiaccianti tombolate e regali da riciclare prima che arrivi l’Epifania “che tutti i ricicli si porta via” (semicit.).
Ma il pranzone è da sempre l’occasione per comprendere cosa ci ha lasciato l’anno che va a terminare, sotto forma di discussioni più o meno accese su questo e quell’argomento. E allora ecco a voi la Top 10 dei temi più caldi trattati al mio e vostro pranzo natalizio in questo crepuscolare 2025.
10) MALATTIE Inevitabile ad ogni pranzone che si rispetti l’aggiornamento, spesso romanzato, sulle rispettive malattie: «L’altro giorno avevo 41 di febbre», «Eh, quest’anno è una forma molto aggressiva ma passa in fretta», «Mah, non sto ancora benissimo». Al colpo di tosse nonno Antonio non riesce a trattenersi: «Eccheccazzo, stai a casa tua...».
9) L’IA Tutti hanno da dire la loro sull’Intelligenza Artificiale che «spesso sbaglia» ma «per alcune cose è molto utile» e «di sicuro porterà il genere umano all’estinzione». Su quest’ultima osservazione nonno Antonio fa partire un ghigno di compiacimento come a dire «speriamo faccia in fretta».
8) IL NUOVO PAPA Argomento limitato ad alcune zone periferiche della tavolata, laddove pasteggia il parentado femminile più in su con l’età: «...A me il Prevost non mi convince tanto», «Beh però è uno serio», «Eh ma il Bergoglio ti augurava buon pranzo». L’utilizzo dell’articolo a sottolineare il nome del Pontefice non è obbligatorio, ma aiuta a far prevalere il proprio punto di vista.
7) UNA SPRUZZATA DI GAZA Il momento dei datteri offre una buona scusa al parente colto per dire la sua sul conflitto israelo-palestinese. «Pensate che questi li importano da Gaza...». L’ignoranza abissale del tavolo si traduce in un silenzio assordante, interrotto ancora una volta da nonno Antonio: «Non dire cazzate, c’è scritto “stabilimento di Palermo”».
6) SINNER Tutti stanno con Sinner che è «il più forte di tutti» e «è un bravo ragazzo», tutti tranne il cugino Carlo, rinomato bastian contrario che «Alcaraz è più forte». Subito zittito da insulti e fitto lancio di frutta secca.
5) FAMIGLIA NEL BOSCO Sulla famiglia nel bosco si alza la tensione, alimentata da devastanti frasi fatte che ripercorrono tutto lo spettro della retorica da «Giusto intervenire! Non avevano neanche un cesso normale, poveri bambini!» a «chi siamo noi per togliere il diritto di una famiglia a vivere in mezzo alla natura!», fino a «Sì però che due maroni nel bosco...».
4) CHECCO «Checco Zalone alla fine fa sempre ridere». «Sì, a parte Tolo Tolo che era una rottura di balle». «Oh, ti ricordi quando dice “uè! Ricchio’”!
Ahahaha». E altro becerume assortito.
3) GARLASCO Tema caldissimo tra sospetti («eh, ci sono di mezzo i poteri forti»), teorie visionarie («è stato qualcuno che ancora non è uscito...»), gusti («A me il De Rensis piace molto»), preferenze-tv («io mi fido solo di Nuzzi»).
2) SIGNORINI-CORONA la genesi del caso, gli sviluppi, le ipotesi di complotto, le frasi strafatte per far intendere di saperne moltissimo: «...vedrai che viene fuori un casino...». «In che senso?». «Eh, non posso dire... vedrai...».
1) QUELLO CHE SI TRAVESTIVA DA MADRE MORTA PER LA PENSIONE È lui il re incontrastato del Natale 2025, tra risate grasse («il genio italico!»), punti di vista («Posso dirti... ha fatto bene!»), constatazioni elementari («gli somigliava di brutto!») e inaccettabili suggerimenti: «...il cugino Carlo somiglia tantissimo a nonno Antonio...».




