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Quote latte. Galan avvisa: "Sono 500 a rischio ingiunzione"
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Il Consiglio Ue chiede rigore. Il ministro dell'Agricoltura: "Abbiamo aperto una nuova fase, ma sull'Ogm la Ue si assuma le sue responsabilità"
E' arrivato probabilmente a un punto di svolta l'annosa vicenda sulle quote latte e sulle sanzioni per gli allevatori che non hanno rispettato gli accordi europei, sforando nella produzione. Quest'oggi, infatti, il ministro dell'agricoltura Giancarlo Galan è intervenuto con un discorso al fulmicotone, recependo la forte presa di posizione dell'assemblea di Bruxelles. "Se non si farà nulla - ha detto il ministro - queste 500 aziende inadempienti sono destinate a ricevere un decreto ingiuntivo che porterà alla loro chiusura. Lasciamo che queste aziende falliscano? E' una decisione che spetta alla politica, al governo con la Commissione Ue". I tempi per una decisione saranno "i più rapidi possibili per evitare i decreti ingiuntivi". Del resto, dal punto di vista di Bruxelles, "un conto è una procedura di infrazione, un altro sono degli aiuti di Stato". Galan, poi, tira le orecchie alla Lega e all'ex ministro Luca Zaia sul comportamento tenuto a riguardo. "Siamo arrivati a una nuova fase - ha riepilogato Galan -. Quello che dicevo era tutto vero: 39.500 produttori di latte sono sempre stati o si sono messi in regola. Un centinaio ha usufruito della cosiddetta legge Zaia e della speciale norma inclusa nella finanziaria, rinviando il pagamento della rata da giugno a dicembre. Gli altri 560 sono fuori legge e non hanno accettato nulla". Contrari sull'Ogm - Oltre alle quote latte, Galan a Bruxelles ha anche approfondito il tema dell'Ogm. D'accordo con i suoi colleghi di Francia, Germania, Spagna, Inghilterra e Polonia, Galan si è schierato oggi contro la proposta della Commissione Ue di lasciare libertà di scelta sulle coltivazioni Ogm ai singoli Stati. "Siamo contrari a spezzettare la politica agricola comune perchè è proprio intorno alla Pac che l'Unione europea ha trovato la massima saldatura, la politica vera. In un contesto mondiale la politica agricola di un singolo stato fa ridere ed è troppo comodo regolare anche le misure che devono avere le banane e poi quando il problema è spinoso lasciare libertà. E' proprio su queste cose che serve una politica comune".
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