Rito satanico nella casa
dove morì Meredith
Una candela posta al centro della cucina, quattro grossi coltelli sparpagliati per l'appartamento. È questo lo scenario apparso davanti agli occhi degli inquirenti quando questa mattina sono entrati nella abitazione di via della Pergola a Perugia, dove la notte del 1 novembre 2007 venne uccisa Meredith Kercher. Il fatto è stato scoperto nel corso delle operazioni per la restituzione di alcuni oggetti (conservati ancora nella casa) alle due coinquiline italiane della vittima e di Amanda Knox, la giovane americana accusata del delitto. I quattro coltelli erano stati posizionati ben visibilmente all'interno dell'appartamento: uno in cucina, sopra una busta di plastica blu della polizia di Stato normalmente utilizzata per il 'repertamento' di oggetti (ma non in uso alla questura di Perugia), un altro su un mobile davanti ad una delle camere. Nella camera da letto dove venne uccisa Meredith è stata trovata della cera; su questo aspetto sono ancora in corso accertamenti. Resta da capire se all'interno della casa sia stato consumato un rito satanico oppure se gli oggetti rappresentino una sorta dimessaggio in codice. Secondo gli investigatori uno dei coltelli proveniva probabilmente dal lavandino della casa, mentre gli altri sarebbero stati prelevati da una valigia presente nell'abitazione. Anche le candele sarebbero state già presenti in casa e sembra che appartenessero a una delle coinquiline italiane di Meredith e Amanda. Una prima ipotesi degli inquirenti è che siano state utilizzate per fare luce in casa durante il raid, anche se non vengono escluse altre possibilità. Per quanto riguarda le ragioni dell'incursione gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti a tutto campo. Al momento non verrebbe esclusa alcuna ipotesi, da quella di un rito di natura imprecisata ad un gesto intimidatorio. Chi si èintrodotto nella casa lo ha fatto attraverso la finestra sulla terrazzasul retro, che dà sulla cucina, sfondando la vetrata. Entrando nellacasa, sono stati violati isigilli ed è stata ulteriormente inquinata la scena del delitto. Ancora da stabilire quando sia avvenuta la violazione. "È una brutta storia e rimango allibito", è stato il commento dell'avvocato Francesco Maresca, legale di parte civile per la famiglia Kercher. Secondo il legale quanto successo non fa che confermare "l'attenzione che c'è su questa vicenda. La speranza - ha concluso Maresca - è che si faccia chiarezza al più presto". Per i legali di Raffaele Sollecito, si tratta di "una ulteriore conferma di quanto da sempre sostenuto e cioè che chiunque dal 3 novembre in poi può essere entrato nell'appartamento ed avere inquinato la scena del delitto. L'iirruzione nell'abitazione è poi una ulteriore conferma della facilità di accesso nel casolare, sia dalla parte anteriore che da quella posteriore dell'abitazione. «La scena del delitto come è stata violata adesso probabilmente potrebbe essere stata violata anche in passato".