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Il Senato: cibo e acqua

non si neghino mai

Albina Perri
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Mangiare e bere sono parte della vita, e non una terapia. Per questo non si potrà decidere da soli se farsi alimentare e idratare o meno dai dottori nel caso in cui si fosse ridotti come Eluana. Lo sta dicendo, ancora una volta, l'Aula del Senato, che ha bocciato oggi tutti gli emendamenti soppressivi del comma 6 dell'articolo 3 del ddl sul testamento biologico, ovvero il comma che riguarda la nutrizione e idratazione artificiale, con 164 no, 105 a favore e 9 astenuti.  Quindi il comma resta. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, parla di «successo per il Governo e per il nascente Pdl». «Con questo provvedimento - aggiunge - non sarà più possibile un caso Englaro.  -Sono personalmente soddisfatto, perché avevo varato dei provvedimenti amministrativi che vengono confermati in pieno da questa legge». Secondo chi non lo voleva, invece, in questo modo lo Stato avrà il controllo dei nostri corpi. La vice presidente del Senato, Emma Bonino, ha detto infatti che «mai si dovrebbe consentire allo Stato di disporre del corpo dei cittadini, non è un problema sanitario, né tantomeno un problema tra laici e cattolici o destra e sinistra. Così obbligate al sondino a vita». Si torna dunque, al nodo centrale della discussione su Eluana, che poi è una discussione su tutti noi: si può decidere in anticipo che cosa vorremo che sarà della nostra vita, nel caso in cui non fossimo più in grado di intendere? E alimentazione e idratazione si possono togliere a chi è gà con un piede nella fossa, per accelerare il processo? Il Senato ha detto no. A voi la risposta.

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