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La notizia di Macerata è il massacro di Pamela, e Gentiloni dovrebbe tacere

Franco Bechis
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Una ragazza- poco più di una bambina- è stata fatta a pezzi, il pube asportato, inserita in due trolley, abbandonata dopo avere lavato quel che restava del cadavere con la conegrina. Si chiamava Pamela Mastropietro, e il presunto assassino, un nigeriano che apparteneva a quella comunità sbandata e in parte clandestina e aveva in casa i suoi vestiti sporchi di sangue, è stato arrestato. Un giovane fuori di testa- Luca Traini– letta la notizia ha pensato di fare il giustiziere per tutti, vendicando Pamela prendendo a pistolettate gruppi di nigeriani. Ne ha ferito qualcuno che non è in pericolo di vita, è stato arrestato ed è in carcere.Queste sono le drammatiche notizie che arrivano da Macerata. Un delitto orribile e ripugnante e la follia del giustiziere solitario. Per quasi tutta la stampa e la tv italiana e per tutto il mondo politico da giorni la sola notizia è la seconda, quella del giustiziere. Questo perché Luca un giorno si candidò in un piccolo comune in una lista della Lega Nord, senza peraltro prendere un voto. Assetati di campagna elettorale, leader politici che non hanno altro in testa se non il proprio dividendo dalle urne del 4 marzo si sono lanciati come iene a spolpare la succosa notizia del fuori di testa  di destra, facendione subito un cavallo di battaglia nella loro disperata corsa verso le urne. Ho chiesto a gente qualsiasi in giro: “ha visto che cosa è accaduto a Macerata?”, e tutti- nessuno escluso- mi hanno detto “Orribile, povera ragazza”, e non cito i giudizi sul nigeriano assassino. Non so cosa votasse questa gente, ma avendo fatto l'esperimento a Roma e qualcuno conoscendolo da tempo sono certo non fossero nè leghisti nè di estrema destra. Però per la gente comune il fatto di Macerata non è quello di cui parlano stampa, tg e il teatrino della politica: è il massacro di Pamela fatta a pezzi, e- anche questo fa parte della notizia- la crudeltà disumana del suo assassino nigeriano. C'è una scollatura pazzesca fra i sentimenti e le paure degli italiani e il modo di pensare della classe politica che vorrebbe governarli. Il fatto è che davanti alla bestialità della cronaca un uomo politico se proprio vuole parlare dovrebbe come chiunque altro esprimere orrore e sgomento, e poi pietà per le vittime (c'è Pamela e ci sono i feriti del raid del vendicatore folle). Invece ho sentito un fracco di frasi idiote, ideologiche e del tutto fuori luogo. Da chi usava in un modo o in quello opposto in modo schifoso la tragedia come freccia all'arco della propria campagna elettorale, a chi facendo finta di non prendere parte alla assurda contesa, cercava di ritagliarsi altro ruolo buono da spendere fra poche settimane. Questo è stato lo strapuntino che si è ritagliato Paolo Gentiloni. Che addirittura ha lanciato un appello alla pacificazione a tutte le forze politiche per combattere insieme la follia del vendicatore solitario. Non comprendo perché non abbia sentito il dovere di farlo per commentare Pamela fatta a pezzi, ma visto quel che ho sentito da lui, sono contento che abbia taciuto. Gentiloni che è soggetto attivo della campagna elettorale, candidato del Pd a Roma, non è una figura super partes che ha diritto di lanciare appelli come fosse Sergio Mattarella. Anzi. E allora a lui rivolgerei come a tutti l'unica frase sensata e “umana” che ho sentito da un politico- che per altro non si candida: Alessandro Di Battista: “Quella di Macerata- tutto quel che è accaduto- è una tragedia umana. E chi ha responsabilità politiche ha un solo dovere oggi: il silenzio”.   Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis

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