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Dazi: Boscaini, 'per vino made in Italy quadro preoccupante'

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AdnKronos
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Roma, 10 gen. (Labitalia) - “Mettendo assieme la complessità e la gravità dello scenario per la viticoltura europea collegato ai dazi Usa ma anche ad altre situazioni critiche, in primis la Brexit, il quadro generale si presenta davvero preoccupante e giustifica l'apprensione dei nostri operatori e delle loro organizzazioni”. A lanciare l'allarme è Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e Federvini. “Rientrando da un viaggio esplorativo - riferisce - nelle aree di produzione dell'Argentina, Cile e Brasile, esprimo alcune riflessioni: in America Latina l'industria vinicola si è sempre più estesa e qualificata, ed è oggi attrezzata per affrontare il mercato globale". "In particolare - prosegue - l'Argentina può contare sul vantaggio competitivo di una recente forte svalutazione che riduce i prezzi all'export a fronte di vini di buonissima qualità e di moderno marketing. Anche il Brasile sta sempre più individuando aree viticole ad alta vocazione e sopperisce ormai in buona parte al consumo interno diminuendo le quote dell'import. Infine, l'export del vino cileno conta su tipologie e brand ben conosciuti e radicati. In poche parole, dobbiamo affrontare una duplice criticità: le problematiche dei dazi che pesano sul nostro made in Italy e sul made in Europe e la competizione aggressiva di Paesi produttori extra europei pronti a trarne vantaggio”, avverte. “Se l'accordo Usa/Cina apriva delle speranze sulla possibilità di dialogo Usa-Ue, lo scenario anche politico di queste ultime ore ha fatto smorzare l'ottimismo. Tuttavia, proprio questo scenario mostra che le azioni isolate di Paesi come Italia, Francia e Spagna servono a poco: occorre piuttosto uno sforzo importantissimo da parte di tutti i Paesi proprio per rilanciare il ruolo della Ue", spiega. "In questo senso, la missione del commissario al Commercio Hogan appare quanto mai tempestiva e utile. È questa la strada, è questo l'unico modo per mostrare la vera forza dell'Europa. Oggi fare previsioni su possibili nuovi scenari che si dovessero aprire da febbraio è compito impraticabile: tutte le energie devono essere dedicate alla trattativa con le amministrazione del governo e con il presidente Usa”, conclude Sandro Boscaini.

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