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Australia in fiamme, 131 morti

Premier: "Omicidio di massa"

Marco Gorra
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 Gli incendi più gravi della storia dell'Australia, alcuni dei quali da imputare a piromani, continuano a fare terra bruciata nel sud-est del Paese, dove almeno 131 persone hanno perso la vita. E il premier australiano Kevin Rudd avverte la nazione che le notizie peggiori debbono ancora arrivare. Trenta focolai sono ancora fuori controllo nello Stato di Victoria, che ha pagato il tributo più pesante alle fiamme e dove sono al lavoro migliaia di vigili del fuoco, spalleggiati dall'esercito.  Gli incendi hanno già distrutto più di 3.000 chilometri quadrati, una superficie pari all'intera Valle d'Aosta, a causa dell'effetto congiunto della siccità, dei venti violenti e delle temperature elevatissime, mai così alte da oltre un secolo.  Le autorità attribuiscono la responsabilità di alcuni incendi a piromani, colpevoli di "crimini di massa", secondo il premier Kevin Rudd. "Non vi è altro modo per descrivere questi episodi che crimini di massa. Abbiamo raggiunto un grado di orrore che pochi fra noi potevano prevedere". Due persone, un uomo di 31 anni e un adolescente di 15, sono stati arrestati.

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