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Il Pdl difende Silvio: è vincitore

E flirta con l'Udc di Casini

Silvia Tironi
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Si èvotato. I dati sono chiari. "Il Pdl e Silvio Berlusconi escono dalleelezioni assolutamente vincitori, nonostante una campagna elettorale condottatutta incentrata su un attacco alla sua persona", per utilizzare le paroledel ministro Ignazio La Russa,che è anche uno dei coordinatori del Pdl. Eppure loro se la litigano ancora questa vittoria. Hai perso consensi rispettoal 2004 e al 1999, quindi hai tecnicamente perso, accusano dal Pd. Abbiamopreso più voti di te, quindi la vittoria è nostra a tutti gli effetti,replicano gli azzurri. Che sia una giornata amara per Silvio Berlusconi, però,non si può negare: il Popolo della libertà è ben lontano dal quel 43% che ilCavaliere aveva azzardato prima della tornata elettorale. E una volta fatti iconteggi anche delle preferenze, risulta che un elettore su quattro del Pdlabbia votato per lui, ma il risultato è il peggiore dal 1994 ad oggi: ilpresidente del Consiglio ha ottenuto infatti 2.706.791 voti, contro i10.807.327 dell'intero partito. Nel 1994 ottenne 2.995.000 preferenze, nel 1999 2.948.11. Cinque anni fa, algoverno già tre anni, ne guadagnò 2.350.751. Confrontando le cifre, un balzo inavanti rispetto alle scorse votazioni, ma è lontano l'obiettivo dei 3 milionidi preferenze che si era dato alla vigilia di queste elezioni. «SilvioBerlusconi, malgrado l'attacco concentrico, calunnioso, gossipparo egiudiziario, è assolutamente il vincitore di queste elezioni». Parole ancoradel ministro della Difesa che ha rimarcato come quello italiano sia stato ilmiglior risultato per il centrodestra a livello europeo insieme a quello delpartito di Sarkozy in Francia. Poi La Russa scherza: "Non avendo raggiunto il 40%, non saròobbligato a tagliarmi la barba". Lo stesso ministro aveva infattiannunciato come gesto scaramantico che avrebbe rinunciato al suo attuale lookin caso di superamento della soglia del 40%. Intanto il Pdl inizia aflirtare con l'Udc, in attesa delle prossime elezioni Regionali. «Condivido levalutazioni fatte dal sindaco di Roma Gianni Alemanno a proposito della ricercadi un accordo con l'Udc per le prossime elezioni regionali del Lazio - ha dettoil presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto - e, a mio avviso,anche non solo del Lazio». Ma La Russa tira il freno: «C'è ancora tanto di quel tempo...Vorrei ricordare che in Lombardia l'Udc è nella giunta Formigoni, ma visto ilrisultato che Pdl e Lega hanno ottenuto è ininfluente che ci sia o meno. Ilproblema non è attuale, vedremo, ma per ora non credo sia all'ordine delgiorno». Comunque sia, il dibattito che divide il Pdl su una eventuale alleanzacon il suo partito non sembra preoccupare Casini: «Non abbiamo ilcomplesso di solitudine - dice il leader centrista -. Siamo equidistanti siadal Pd che dal Pdl, stiamo in Parlamento nonostante il Pd e il Pdl». Secondol'ex presidente della Camera il risultato delle elezioni europee «ha spazzatovia il bipartitismo e ha dimostrato che il bipolarismo è malato perché favincere il populismo della Lega e di Di Pietro». Il Pd: obiettivi centrati - Ma il Pd non ci sta proprio a sentirsi definire ‘perdente'.«Gli obiettivi erano due: fermare la destra che avanza in tutta Europa ma nonin Italia e dare concretezza al progetto politico del Pd». E secondo loroentrambi gli obiettivi sono stati centrati. Il segretario del Pd Dario Franceschinirivendica il successo del disegno politico che l'ha visto prendere in mano ilpartito dopo le dimissioni di Walter Veltroni: «Gli avvoltoi vadano a casa,Berlusconi non è invincibile e gli italiani hanno scongiurato il rischio di unpadrone assoluto. Oggi il governo è minoranza nel Paese». E si tira un sospirodi sollievo: lo spauracchio di un crollo dei democratici è svanito. «Non siamoall'8 settembre. Il Pd non è in liquidazione, si è chiusa la fase delBerlusconi invincibile e si è aperta una fase nuova per costruireun'alternativa», commenta il senatore del Pd Giorgio Tonini. «Gliitaliani non vogliono vivere sotto padrone - sintetizza il parlamentareulivista del Pd, Mario Barbi - È stato Berlusconi ad aver indicato lasoglia del 42-45% e questa soglia non è stata raggiunta. Anche insieme allaLega non si arriva al 51%». «Lo sfondamento che il presidente del consiglio siera proposto non c'è stato», si gongola Piero Fassino.Mentre il dalemiano NicolaLatorre, guarda al futuro: "Il Pd si conferma un progetto daconsiderare, ma deve avere piu' spina dorsale''. E le allenze? "Troppopresto per parlarne" chiude Franceschini che rivela di aver chiamato DiPietro per complimentarsi per il risultato dell'Idv. E critiche di Gasparri- Molto criticonei confronti dell'opposizione e del Pd in particolare è stato MaurizioGasparri, che ha sottolineato il forte calo dei votanti: «Molti nostrielettori non scesi in campo ritenendo che non fosse in gioco il governo delPaese». Non solo: secondo Gasparri il vero dato politico uscito dalle urne è«l'umento della forbice della distanza tra noi e il Pd». Quanto agli exploit diCarroccio e dipietristi, Gasparri ha rilevato come «la Lega ha preso due punti inpiù e non diventerà determinante sulla agenda del Pdl» mentre inveceFranceschini «anche per farsi scegliere i biscotti della prima colazionedipenderà da Di Pietro». In conclusione, per Gasparri, «noi oggi siamo piùforti di prima delle elezioni».

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