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Milano, adolescente si suicida

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La causa forse un brutto voto

Monica Rizzello
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Forse l'ultimo voto prima degli scrutini di fine quadrimestre, un 5, ha scatenato la disperazione di un adolescente milanese, che si è ucciso. Era a tavola con il padre, quando si è alzato e ha detto: "vado in bagno". Si è quindi chiuso a chiave e ha aperto la finestra per lanciarsi nel vuoto. L'intervento del personale del 118 è stato inutile: all'ospedale hanno però dovuto portarci i genitori e la sorella, che si sono sentiti male per il dolore. A due giorni dalla riapertura delle scuole a Milano, dopo la lunga pausa natalizia e di fine anno, un dramma segna così il ritorno alle lezioni. Lo studente liceale abitava in via Pistrucci, zona viale Umbria, dove si è tolto la vita gettandosi dal quinto piano. In questi giorni si chiude il primo quadrimestre, a breve cominceranno gli scrutini e quindi sarà consegnata la prima pagella. Gli ultimi voti sono quelli che dovrebbero servire a recuperare una brutta verifica o una interrogazione andata male. Quel 5, per il ragazzino, forse ha segnato la fine della speranza di una pagella senza insufficienze o cosi avrà pensato, ma il motivo del suo gesto potrebbe anche essere un altro. Sono le 14, lo studente è appena tornato a casa da scuola e sta pranzando con il padre. La madre e la sorella sono fuori. Si parla di scuola, di impegno negli studi, ma il padre, a quanto si apprende, non lo rimprovera più di tanto per quel voto. «Andava bene a scuola..», dirà più tardi sconvolto ai poliziotti. Lo studente si alza da tavola. «Vado in bagno», mormora e si chiude a chiave. Passano alcuni minuti, il padre non sente nessun rumore e comincia a bussare sul vetro. Nessuna risposta e sfonda la porta. Il locale è vuoto, la finestra spalancata. Si avvicina e vede il corpo del figlio a terra nel cortile interno. L'uomo disperato chiama i soccorsi e scende di corsa le scale. Quando i sanitari arrivano per il ragazzino non c'è più nulla da fare. Il volo dal quinto piano lo ha ucciso sul colpo. La scena è straziante. Nel frattempo sono arrivati anche la madre e la sorella dell'adolescente  Il dolore, lo strazio sono talmente forti che i medici devono occuparsi di loro: portano all'ospedale la mamma e la sorella, mentre un'altra ambulanza rimane in attesa del padre. L'uomo deve rispondere alle domande dei poliziotti. «Non capisco non capisco - riesce solo a ripetere - era solo un 5..».

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