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Sri Lanka, elezioni contestate

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Vince Rajapaksa, ma l'opposizione accusa: "attentato alla democrazia"

Maria Acqua Simi
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A vincere le elezioni presidenziali in Sri Lanka è stato il cingalese Mahinda Rajapaksa, che  resterà quindi al potere ancora sei anni. In base a dati ufficiosi sullo spoglio del Dipartimento delle elezioni cingalese, Rajapaksa ha ottenuto il 58,16% dei voti, contro il 39,89% del candidato di opposizione Sarath Fonseka, con uno scarto di 1.891.643 voti. Nonostante questo indiscutibile divario, la tensione non accenna a scemare a Colombo, dove Fonseka è trincerato da ieri sera nel lussuoso Cinnamon Lakeside Hotel, circondato da un dispositivo militare. Inoltre, secondo i media on line, ci sono vari episodi di violenza nel paese, con due morti (uno è un monaco buddista) causati dal lancio di una bomba a mano a Gampola, nel distretto centrale di Kandy, dove è stato introdotto dalla polizia il coprifuoco.  Fonseka e i leader dei partiti politici che lo hanno appoggiato hanno denunciato  presunti progetti autoritari governativi miranti all'arresto dell'ex generale che, secondo una fonte a lui vicina, vuole chiedere ad un paese vicino, forse l'India, di garantire la sua incolumità. Il portavoce dell'esercito, generale Udaya Nanayakkara, ha smentito che il governo abbia piani di arrestare Fonseka o altri leader politici che sono con lui. Ma saranno arrestati, ha assicurato, i "disertori che lo accompagnano" in un progetto di attentato alla democrazia. "Vittoria legittima"- Il presidente Mahinda Rajapaksa ha annunciato oggi di accettare i risultati che gli danno una importante vittoria nelle presidenziali di ieri, sottolineando che «si è trattato di una eccellente vittoria» riflesso «della volontà del popolo». Conversando con i giornalisti Rajapaksa ha aggiunto che l'esito del voto ha provato che «la gente è cosciente del processo democratico», e che «il popolo può ora unirsi per costruire la nazione». Il capo dello Stato ha concluso che evidentemente gli abitanti dello Sri Lanka «sono tutti uguali» e che lui vuole essere «il presidente di tutti, incluso di quelli che non lo hanno votato».

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