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Via Padova, Penati scrive al prefetto

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Poi gira porta a porta lasciando il testo ai negozianti di zona 2. Formigoni: "Propaganda elettorale"

Maria Acqua Simi
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Questo pomeriggio Filippo Penati ha percorso, a piedi, viale Padova.  E ha consegnato un foglio a tutti quelli che incontrava, ovviamente opportunamente circondato da telecamere e fotografi. E' entrato anche nella macelleria islamica "Awlad": noi di Libero eravamo, per caso, intenti ad intervistare Mahomad, che in quel negozio lavora tutto il giorno. Il candidato al Pirellone entra rapido, lascia il foglio di fianco alla macchinetta degli scontrini, foto di sfuggita e scappa fuori. Mahoamd osserva il foglio perplesso. Gli chiediamo che c'è scritto e lui, senza troppo imbarazzo, ci dice c che non lo sa. E ci chiede per favore di leggerlo lentamente. Il testo è quello della lettera che Penati ha indirizzato al Prefetto di Milano, Gian Maria Lombardi. "In via Padova si vive ormai un clima di esasperazione insostenibile" - si legge nel comunicato - il quartiere è prigioniero da anni di un deficit di legalità che non può continuare oltre. I cittadini chiedono che lo Stato scenda in campo con le sue istituzioni per garantire sicurezza, contrasto all'illegalità e al crimine". Poi scrive che quanto è successo in questi giorni ha evidenziato un fenomeno diffuso: molti italiani affittano appartamenti ad immigrati spesso anche ammassandone 20 in una stanza". Dopodiché, Penati chiede solerte l'intervento del Prefetto. Mohamad sorride. "Non farà niente" e ricomincia a squartare il pollo che una cliente sudafricana gli ha chiesto cinque minuti prima. Eppure Penati crede molto in quel che ha scritto, tanto da ribadirlo in una conferenza stampa di questo pomeriggio: "Non è più il tempo della propaganda, - sottolinea Penati - ma dei fatti concreti". Per questo, continua, "ho chiesto al prefetto che ci sia una presenza delle forze dell'ordine nel quartiere e che si  applichi la norma che consente di perseguire tutti coloro che traggono vantaggi economici dallo sfruttamento dell'immigrazione clandestina. A Milano queste norme sono state completamente inapplicate. Prima di  chiedere nuove leggi di là da venire si applichino quelle che ci sono e si ristabilisca l'ordine e la legalità nel quartiere, a partire  proprio da coloro che affittano abusivamente locali agli immigrati  irregolari". Ho chiesto al prefetto che ci sia una presenza delle forze dell'ordine nel quartiere e che si  applichi la norma che consente di perseguire tutti coloro che traggono vantaggi economici dallo sfruttamento dell'immigrazione clandestina Poi affonda, ovviamente, sulla maggiornaza. "Quanto è accaduto in via Padova sabato sera è un episodio riconducibile "non solo alla presenza seppure massiccia degli stranieri che probabilmente esercita una pressione molto forte sul quartiere", ma anche a uno "Stato che per anni è stato assente, ritirandosi e lasciando soli i cittadini" ed è il "risultato della politica scellerata del centrodestra". E ancora: "A Milano si svela il fallimento del modello di governo proposto dalla Destre e dalla Lega. Milano è la città nella quale il sindaco Moratti voleva negare l'iscrizione ai bambini stranieri negli asili nido comunali, nella quale Salvini voleva dividere gli stranieri dagli italiani sul metro e dove ancora De Corato e Salvini nelle ore successive a via Padova hanno parlato di una caccia allo straniero casa per casa. Se fossi De Corato io mi sarei dimesso, perchè è sotto gli occhi di tutti il fallimento di una politica che aveva promesso ai cittadini la massima sicurezza e la tolleranza zero e poi in via Padova è andata come è andata", ha detto Penati. Propaganda elettorale- "Due parole: propaganda elettorale". Così, arrivando all'Istituto dei Ciechi per una cerimonia di premiazione del Coni, il Presidente della Regione Roberto Formigoni ha commentato la lettera del suo sfidante al Pirellone.

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