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Caso Bertolaso, la Procura di Roma attacca Firenze

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Il procuratore Ferrara: avvisati tardi, le regole di competenza vanno rispettate

Albina Perri
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Il procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, critica i colleghi della Procura di Firenze per l'inchiesta sugli appalti della Protezione civile. E al 'Corriere della Serà rivela di non aver mai saputo nulla di ufficiale di reati commessi a Roma e appresi durante le intercettazioni in Toscana. «Le notizia apparse sui giornali - dice - sono del tutto parziali e possono essere fuorvianti: sono amareggiato per questa vicenda, soprattutto per i riflessi che ha sull'onorabilità dell'ufficio che dirigo». Noi  non abbiamo mai saputo nulla di ufficiale di reati commessi a Roma e appresi durante le intercettazioni di Firenze che, da quanto si legge sui giornali, sono iniziate ad aprile 2008 e proseguite per tutto il 2009 «Mentre la Procura di Roma - spiega Ferrara - non conosceva l'indagine di Firenze, le notizie sulla nostra inchiesta, almeno per quanto riguarda gli abusi edilizi nei circoli con il coinvolgimento di Balducci e Anemone, era nota a tutti per i sequestri eseguiti e per il fatto che di essi si era occupato il riesame. Noi - aggiunge - non abbiamo mai saputo nulla di ufficiale di reati commessi a Roma e appresi durante le intercettazioni di Firenze che, da quanto si legge sui giornali, sono iniziate ad aprile 2008 e proseguite per tutto il 2009. Il nostro procedimento è stato iscritto come noto nel marzo 2009». «Le regole della competenza - prosegue - vanno rispettate». I magistrati di Firenze avrebbero dovuto inviare subito gli atti a Roma. Quanto a Toro, spiega ancora Ferrara «come coordinatore del gruppo, veniva informato del lavoro dai sostituti. Non è che un capo dell'ufficio può tenere per se le informazioni. È ovvio che tutti gli elementi investigativi vanno riferiti e condivisi sia con il responsabile del pool (cioè Toro) sia con i Pm che indagano. Fino a lunedì 8 febbraio - conclude - nessuno sapeva che Toro fosse già indagato».

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