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L'attualità di don Giussani

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Cinque anni fa moriva il fondatore di Comunione e Liberazione. Oltre 200 le messe celebrate oggi in tutto il mondo

Maria Acqua Simi
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Don Luigi Giussani moriva il 22 febbraio di cinque anni fa.  Il funerale, a cui parteciparono centinaia di migliaia di persone, venne celebrato dall'allora Cardinal Ratzinger. Presenziavano centinaia di preti, amici o fedeli al carisma del "don Gius", come lo chiamano i suoi. E tra loro, c'era il suo successore, don Julian Carron (insieme a Giussani nella foto). Così oggi, in tutto il mondo, verranno celebrate oltre duecento messe per ricordare il fondatore di Comunione e Liberazione. Questa sera a Milano, alle ore 21.00 in Duomo, la Santa Messa sarà celebrata dal Card. Tettamanzi. Perché è una figura cara a migliaia di persone, quella di don Giussani. Da ogni angolo della terra giungono testimonianze di vita commuoventi legate alla sua figura. E sono in tanti a seguire il carisma di Cl. Dalle aule universitarie ai posti di lavoro, dai banchi del liceo al centro per donne malate di Aids a Kampala (Uganda), quella del Movimento di Comunione e Liberazione è una storia che continua. E non ha smesso di generare. Ho cercato di mostrare ai ragazzi che cosa mi muoveva: non la volontà di convincerli che avevo ragione, ma il desiderio di mostrare loro la ragionevolezza della fede Il carisma- «Fin dalla prima ora di scuola al Liceo “Berchet” di Milano – ricorda don Giussani – ho cercato di mostrare ai ragazzi che cosa mi muoveva: non la volontà di convincerli che avevo ragione, ma il desiderio di mostrare loro la ragionevolezza della fede; cioè che l'adesione della loro libertà all'annuncio cristiano era richiesta in forza della scoperta corrispondenza di ciò che dicevo alle esigenze proprie del loro cuore così implicate nella definizione di ragionevolezza. Solo questa dinamica di riconoscimento fa diventare chiunque aderisca al nostro movimento creativo e protagonista, e non ripetitore di formule e discorsi. Per questo, mi pare, il carisma genera un fatto sociale non come progetto, ma come movimento di persone cambiate da un incontro, che rendono tentativamente più umano il mondo, l'ambiente e le circostanze che incontrano. La memoria di Cristo vissuta tende inevitabilmente a generare una presenza nella società, a prescindere da qualunque esito programmato». Nella lettera a don Giussani per i 20 anni della Fraternità di CL, Giovanni Paolo II ha scritto: «Riandando con la memoria alla vita e alle opere della Fraternità e del movimento, il primo aspetto che colpisce è l'impegno posto nel mettersi in ascolto dei bisogni dell'uomo di oggi. L'uomo non smette mai di cercare… Il movimento, pertanto, ha voluto e vuole indicare non una strada, ma la strada per arrivare alla soluzione di questo dramma esistenziale. La strada, quante volte Ella lo ha affermato, è Cristo». Giovanni Paolo II: L'uomo non smette mai di cercare. Il movimento, pertanto, ha voluto e vuole indicare non una strada, ma la strada per arrivare alla soluzione di questo dramma esistenziale. La strada, quante volte Ella lo ha affermato, è Cristo Attualità- E questo insegnamento è rimasto più che mai attuale. Si traduce nelle migliaia di ragazzi universitari che animano gli atenei italiani e internazionali, vivacizzando la vita culturale delle università con seminari, incontri culturali e iniziative d'attualità. La fecondità del carisma si è tradotta anche in migliaia di opere sociali: dall'Associazione Fraternità, che accoglie all'interno di decine di famiglie minori in difficoltà, alle scuole, le opere no profit (su tutte, la Fondazione per la Sussidiarietà di cui Giorgio Vittadini è presidente) o la Compagnia delle Opere. Una dimensione, quella di Cl, che ha raggiunto anche paesi lontani, come il Brasile - dove i due leader popolari, i coniugi Zerbini, hanno affidato il loro Movimento dei Senzaterra nelle mani del successore di Giussani, Julian Carron. Ed è il caso, ancora, dei paesi dove Avsi (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) è presente: come ad Haiti, dove Fiammetta Cappellini di cui spesso abbiamo raccontato su questo sito, segue una scuola e che ora è impegnata nella difficile opera di ricostruzione post terremoto. Un carisma, quello di Giussani, che ha avuto a cuore sempre una cosa sola: l'uomo totalmente implicato con se stesso. Perché solo attraverso un reale impegno con la realtà tutta, si entra in rapporto col Mistero che fa tutte le cose. E che ancora oggi questo sia attuale per centinaia di giovani, non è affatto scontato.

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