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Cassazione, "ti faccio vedere i sorci verdi"

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Non è minaccia, ma intenzione di farsi valere

Monica Rizzello
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La Cassazione sdogana “ti faccio vedere i sorci verdi”. I supremi giudici hanno infatti stabilito che questa espressione non costituisce una minaccia, e quindi reato. La particolare frase deriva dai tre topolini sulla fusoliera dei trimotori “Savoia-Marchetti”, emblema durante il fascismo dei successi aviatori della 205° squadriglia aeronautica, famosa per la trasvolata atlantica Roma-Rio de Janeiro. Secondo la Cassazione, comunque, la frase allude «in maniera generica» all'intenzione di «far ricorso a tutti i mezzi possibili per far valere la propria pretesa», ed è quindi scusabile all'interno di un'animosa lite animosa. Con questa motivazione, la Suprema Corte ha confermato, nella sentenza 8006, l'assoluzione di Pietro C., un 61enne sardo, che aveva detto, appunto, «ti farò vedere i sorci verdi» alla sua ex socia in affari, che non gli voleva restituire un appartamento di sua proprietà. La Procura del Tribunale di Nuoro ha reclamato senza successo in Cassazione, sostenendo che la frase costituisce una minaccia. La tesi è stata bocciata, così come la richiesta di considerare «ingiuria» l'epiteto di «disonesta», che l'uomo aveva rivolto, sempre alla ex socia, nell'ambito dello medesima discussione. La Cassazione ha ritenuto che il termine «plausibilmente» non sia stato un'offesa all'onore della signora, ma solo il riferimento «alla violazione degli impegni assunti», confermando dunque il verdetto con il quale il Giudice di Pace di Nuoro, il 12 febbraio 2009, aveva il 61enne.

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