Calderoli: nessuna regola è stata cambiata
Il ministro spiega il decreto: i regolamenti esistono già, ma sono stati interpretati male
"Non si è cambiata nessuna regola del gioco. Si è data una corretta interpretazione a leggi e regolamenti che esistono già, che mal interpretate da chi doveva garantire il voto, hanno portato a delle esclusioni". Così il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, risponde alle critiche dell'opposizione dopo l'approvazione del decreto interpretativo ieri sera da parte del Consiglio dei ministri. Rientrano così in corsa quelli che avevano titolo per farlo, perché non è stato riaperto alcun termine. Si è rimediato ad alcune violazioni delle leggi, dei regolamenti e delle istruzioni del ministero dell'Interno A margine di un convegno sul federalismo promosso dalla Provincia di Vicenza, il ministro sottolinea che "così si è garantito a tutti quello che è il fondamentale diritto-dovere del voto, che sarebbe stato impedito ad una popolazione di quasi 15 milioni di persone". E per il ministro della Lega "rientrano così in corsa quelli che avevano titolo per farlo, perché non è stato riaperto alcun termine. Si è rimediato ad alcune violazioni delle leggi, dei regolamenti e delle istruzioni del ministero dell'Interno". Ora "la valutazione dei Tar potrà avvenire proprio alla luce del decreto legge, che attribuisce al Tar una competenza anche in periodo di campagna elettorale, mentre invece prima la competenza ai Tar veniva riconosciuta ex post e quindi sui verbali di proclamazione degli eletti. E sarebbe stato assurdo -continua Calderoli- svolgere delle elezioni per dopo vedersele invalidare. E quindi, non solo buttar via un sacco di soldi dei cittadini, ma anche lasciare le Regioni a periodi di commissariamento, perchè di fatto non ci sarebbe stato nessuno a gestire la Regione in quel periodo". Il ministro Calderoli spiega che il tribunale di Roma, sabato passato, all'atto del deposito, "avrebbe dovuto accogliere la lista, ancorchè fuori dagli orari, perchè così prescrive la legge: il presidente non la può rifiutare anche fuori dall'orario, la deve ricevere e verbalizzare". "Così come a Milano -spiega ancora il ministro per la Semplificazione- la lista era stata accolta e c'era un verbale che lo certificava. Quel verbale è stato sostituito da uno di rifiuto e non poteva essere fatto, perchè non si erano esauriti i compiti della commissione, quindi non si poteva dare esecuzione a un rifiuto presentato da coloro che non avevano titoli. Perchè -conclude Calderoli- la presentazione di un ricorso deve essere fatta dagli esclusi e non da altri".