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Meglio vietare la tv ai figli che uno schiaffo

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Ma il 25% dei genitori italiani ricorre ancora a sberle e sculacciate

francesca Belotti
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Più che un ceffone, 7 genitori su 10 ritengono che per punire un figlio sia più efficace imporgli una restrizione. Niente uscita, niente tv o via il cellulare. Altri metodi ritenuti efficaci sono: “sgridare i figli con decisione” (32%) e “costringerli a svolgere delle attività non gradite” (21%), come pulire la cameretta, apparecchiare o sparecchiare la tavola. Le punizioni che invece preoccupano i ragazzi, riguardano la limitazione della libertà e prima di tutto il blocco della paghetta (31%).  rivlarlo è un'indagine di Save the children, realizzata in collaborazione con Ipsos sulla percezione che hanno genitori e figli dell'educazione. L'indagine ha evidenziato una certa reticenza dei genitori nell'utilizzo di punizioni corporali seppur lievi: solo l'8% ritiene che il sistema di punizione più efficace sia ricorrere alla sculacciata, con una maggiore incidenza per i figli dai 3 ai 5 anni (14%) e dai 6 ai 10 (10%); mentre il 4% ritiene sia lo schiaffo o un ceffone. Tuttavia, nel rapporto odierno è ribadito il dato che il 25% dei genitori utilizza lo schiaffo come metodo correttivo; il 2% lo fa tutti giorni, il 23% qualche volta in un mese. Il 57% dichiara di non ricorrere mai alle punizioni corporali, che sale al 70% in caso di figli più grandi. Nell'educare i figli, i genitori italiani dosano affetto (37%), dialogo (30%), regole (23%). Il rispetto di sé e degli altri è il valore più importante (74% dei genitori e il 60% dei ragazzi). I genitori di oggi in media si descrivono come meno severi rispetto ai propri (59%; arriva al 68% fra i genitori con figli più grandi).

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