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Terremoto, un anno dopo

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Berlusconi: "La realtà dei fatti è incancellabile. Noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell'emergenza"

Eleonora Crisafulli
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Alle 3.32 del 6 aprile 2009 la terra trema e una violenta scossa di terremoto di 5,8 gradi della scala Richter in pochi minuti getta panico e disperazione sugli abitanti dell'Aquila. Il bilancio è pesante: più di 300 vittime, 1.600 i feriti, decine di migliaia gli sfollati, ingenti danni nel centro storico della città e in molti paesi vicini. Tra questi Onna, che, rasa completamente al suolo, diventa presto il simbolo della tragedia. I soccorsi - All'indomani del sisma gli italiani partecipano al dolore delle famiglie abruzzesi e seguono passo passo le operazioni di soccorso.  La macchina degli aiuti si attiva nelle ore immediatamente successive alla scossa: arrivano volontari, vigili del fuoco e uomini della Protezione civile che riescono a estrarre vive dalle macerie, tra gli altri Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Medicina, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni, di Mondaino, dopo 42 ore,  Maria D'Antuono, 98 anni, di Tempera, viene trovata viva dopo 30 ore. I feriti vengono ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescara,  Chieti, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni. Non ce la fanno invece centinaia di persone tra cui Lorenzo Sebastiani, giovane rugbysta dell'Aquila Rugby, Lorenzo Cini, pallavolista in serie B, Giuseppe  Chiavaroli, calciatore di eccellenza, quasi l'intera famiglia del capo della redazione dell'Aquila del quotidiano “il Centro”, Giustino Parisse, che, nel crollo della casa di famiglia, proprio a Onna, perde i due figli, Domenico e Maria Paola, e il padre. Un decreto del presidente del  Consiglio dei Ministri dichiara lo stato di emergenza e nomina commissario delegato, fino a dicembre 2009, il capo della Protezione  Civile. Il passaggio di consegne avverrà a fine gennaio. Guarda il video dei primi momenti dopo il terremoto Case rase al suolo - Dopo pochi giorni, l'11 aprile non risultano più dispersi e si smette di scavare. Il giorno successivo la messa di Pasqua viene celebrata nelle tendopoli d'Abruzzo. All'Aquila sono presenti sia il presidente della Camera Gianfranco Fini sia il premier Silvio Berlusconi che assicura agli sfollati: “Presto sarete fuori dalle tende". In vista della ricostruzione scattano le prime verifiche sugli immobili: il 30% degli edifici risulta inagibile, il 50% agibile e il 20% agibile con interventi. Ma, a una settimana dal terremoto che ha messo in ginocchio l'Abruzzo, la prima emergenza è il freddo, l'inverno rigido che tocca i 3 gradi, la pioggia e il vento che si accaniscono sugli sfollati. La Protezione civile accelera il completamento delle strutture e la consegna di stufe negli oltre 100 campi di accoglienza disseminati tra L'Aquila e la provincia. In piena emergenza - Nonostante il grande impegno del governo (sono stati costruiti 185 edifici per un costo di 792 milioni di euro) a  un anno dal terremoto a L'Aquila ci sono ancora 2.455 persone negli alberghi, 622 negli appartamenti delle delegazioni G8 nella scuola della Guardia di Finanza e 146 nella Caserma Campomizzi restaurata. Il sindaco Massimo Cialente ha dichiarato che molto è stato fatto, ma la "tragedia è stata pesante e siamo ancora in piena emergenza". Il sisma del 6 aprile ha messo in moto una massiccia macchina organizzativa  e di solidarietà che ha consentito di prestare assistenza a 67.459   persone. Di queste, 35.690 sono state ospitate nelle tendopoli e 31.769  in case e hotel, 73.521 edifici pubblici e privati controllati con la   collaborazione di oltre 5 mila tecnici volontari, 17.618 persone impegnate nei soccorsi nel momento massimo dell'emergenza, 17.567  studenti delle scuole del “cratere” di ogni ordine e grado che a settembre sono rientrati a scuola e più un miliardo di euro speso per  la ricostruzione. Qualcuno ha provato a minimizzare o peggio a infangare il lavoro svolto dal governo e dai soccorritori all'Aquila. Ma la realtà dei fatti è incancellabile. Noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell'emergenza e abbiamo impostato la ricostruzione nel migliore dei modi L'intervento di Berlusconi - Lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha dichiarato che "ci vorranno anni per giungere al restauro e alla completa ricostruzione di quanto è stato lesionato o perduto. Gli aquilani tuttavia devono essere fiduciosi perché le risorse necessarie per ricostruire L'Aquila sono state previste nel decreto terremoto: 8,6 miliardi di euro. Lo sgombero delle macerie, bloccato 10 mesi fa dal comune dell'Aquila, sta avvenendo e la ricostruzione è già partita. Nell'attesa tutti vivono in una situazione dignitosa in case confortevoli e sicure. Qualcuno ha provato a minimizzare o peggio a infangare il lavoro svolto dal governo e dai soccorritori all'Aquila. Ma la realtà dei fatti è incancellabile. Noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell'emergenza e abbiamo impostato la ricostruzione nel migliore dei modi". Il premier assicura che "la ricostruzione dell'Abruzzo non ha e non avrà nulla a che vedere con gli sprechi e i ritardi del Belice, dell'Irpinia e dell'Umbria". Per quanto riguarda gli interventi nel centro storico, il Cavaliere ricorda che solo 8 opere d'arte su 44 sono state adottate dai governi amici e spiega: "Gli aiuti internazionali sono ben accolti, ma non credo sia per noi dignitoso sollecitarli. Lo Stato italiano è perfettamente in grado di far fronte allo sforzo per riparare i danni subiti dal patrimonio artistico e culturale dell'Aquila". E raccoglie su Facebook più di 24 mila adesioni il gruppo “Una candela per l'Aquila”, che invita gli italiani ad accendere una candela, un lume, o a lasciare accesa la luce di una stanza della propria abitazione, la notte tra il 5 e il 6 aprile in ricordo delle vittime del terremoto, ma anche come segno di ringraziamento verso coloro che si sono mossi per i soccorsi e gli aiuti.

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