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Silvio e Gianfranco litigano sul modello francese

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Il Cavaliere vuole il semipresidenzialismo, ma con il turno unico. Per Fini: "quel modello funziona solo se completo"

Michela Ravalico
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Un sistema semi presidenziale, senza il doppio turno alle elezioni. E' questa l'ultima indicazione di Silvio Berlusconi per riformare l'assetto istituzionale del nostro Paese. E per annunciarlo ha scelto la conferenza stampa congiunta con il presidente francese Nicolas Sarkozy. "Prendiamo a modello i vostro sistema - ha detto il premier rivolgendosi in tono amichevole e scherzoso a Sarkò -, quindi se ci sono controindicazioni fatecelo sapere subito", ha aggiunto a mo di battuta. Proprio questa mattina anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva esortato i rappresentanti politici a procedere decisi verso le riforme. "Si parla da tempo di riforme istituzionali e costituzionali già mature - ha detto - Non è serio intraprendere questo cammino a forza di anticipazioni e approssimazioni". Adesso, è l'appello del capo dello Stato, è il tempo di "proposte concrete". Per il capo dell'opposizione, Pier Luigi Bersani, le riforme vanno bene, ma "il luogo per discuterne è il Parlamento, non i giornali". Bersani ha esortato anche il presidente Napolitano a "restare super partes, qualora si vada a discutere di presidenzialismo". Infastidito anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. "Con l'approccio, che mi sembra molto sloganistico, di scegliere un modello 'x' o 'y' rischiamo di ripetere le vicende che abbiamo già conosciuto con le riforme varate dal centrodestra e bocciate dal referendum, ovvero di tante chiacchiere e pochi fatti", ha detto l'ex leader di An ai giornalisti passeggiando per Roma. Per Fini, inoltre, "non è possibile introdurre il modello francese con una legge elettorale proporzionale a turno unico: quel modello funziona con una legge elettorale maggioritaria a doppio turno".  La riforma futura secondo Berlusconi- Un sistema alla francese, ma riadattato sulle esigenze e specificità dell'Italia. "Non vogliamo prendere tutto da questo sistema - ha spiegato Berlusconi - Pensiamo al turno unico e all'elezioni nello stesso giorno del presidente e del parlamento". E ancora, il cavaliere ha aggiunto che il governo "sta lavorando, ma non è ancora deciso nulla. Dobbiamo procedere attraverso vari passaggi. C'è stata una prima bozza presentata al Capo dello Stato, ma il provvedimento deve poi passare per il consiglio dei ministri, essere discusso dalla maggioranza e poi arrivare al parlamento che metterà a punto la forma di stato e gli aggiustamenti necessari". Il sistema oggi - Il premier italiano ha voluto ricordare davanti ai cronisti italiani e francesi che l'attuale sistema costituzionale italiano è "nato dopo vent'anni di regime fascista" - dunque un sistema autoritario tutto centrato sul potere del duce (alias del primo ministro) e che annullava i poteri del Parlamento, dunque dei rappresentanti del popolo. "Per questo - ha evidenziat o - i padri costituzionalisti vollero un sistema soprattutto assembleare che non prevedesse un esecutivo troppo forte. Ma andarono un po' troppo in là, perché diedero tutto il potere alle assemblee e nessuno o quasi all'esecutivo. Per questo ora prendiamo ad esempio il semi-presidenzialismo francese"".   Il ritorno al nucleare- Durante la conferenza stampa con Sarkozy, Berlusconi ha parlato anche di energia nucleare. Un ritorno che sarà possibile anche e soprattutto grazie alla cooperazione con la società francese Edf, visto che la Francia è leader in Europa per la produzione di energia atomica. "La necessità di tornare al nucleare è assolutamente doverosa  - ha detto Berlusconi -  dobbiamo convincere i cittadini delle zone in cui dove saranno costruite le nuove centrali che queste sono assolutamente sicure. Molte centrali del resto sono situate a ridosso delle Alpi e quindi eventuali e impensabili problemi ricadrebbero comunque sulla popolazione italiana. Pensiamo di fare un'operazione anche attraverso la tv per far capire ad esempio cosa pensano i cittadini francesi che vivono vicino alle centrali. Speriamo che si apra un periodo di maturazione anche nella popolazione italiana". Sarkozy, dal canto suo, si è detto contento della decisione: "Rendo omaggio alla decisione storica del governo italiano e del presidente Berlusconi di fare la scelta del nucleare, che avvicina Francia e Italia".

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