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sterminio di tartarughe marine

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Nelle reti dei pescatori per errore

Monica Rizzello
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Le tartarughe marine a rischio di essere uccise per errore dai pescherecci. Un nuovo studio, pubblicato su Conservation letters, descrive un quadro allarmante degli effetti che le varie modalità di pesca hanno sulla sopravvivenza di queste testuggini. Gli ami e le reti utilizzati per la pesca commerciale rappresentano un vero e proprio pericolo per la vita delle tartarughe marine: negli ultimi 20 anni più di 8 milioni di esemplari sono morti dopo essere state pescate «per sbaglio» dai pescherecci e, solo nel Mediterraneo, sono migliaia le tartarughe caretta che ogni anno vengono uccise dalla pesca con palangari e a strascico. Un team di ricerca, guidato dai biologi Bryan Wallace del Conservation International di Arlington, in Virginia, e Rebecca Lewison della San Diego State University in California, hanno esaminato nel dettaglio le relazioni di tutte le catture accidentali delle tartarughe avvenute tra il 1990 ed il 2008. Dai dati raccolti le tecniche di pesca che si aggiudicano il primato negativo sono tre in particolare: a strascico, in cui una rete generalmente a forma conica viene trainata sul fondo del mare da una più barche, con palangari, attraverso cioè delle «trappole» con 100 o più ami insieme, e ultima quella a imbrocco, utilizzata prevalentemente nel Mar Adriatico, che intrappola la testa del pesce nella maglia della rete. I ricercatori accusano nello specifico due aree: Pacifico orientale e Mediterraneo, zone in cui i tassi di pesca accidentale delle tartarughe sono molto elevati, al punto da essere definite «aree a priorità urgente di conservazione». «La pesca a strascico si potrebbe rappresentare come un meteorite che colpisce la Terra - ha commentato Marco Curini-Galletti, professore ordinario di Zoologia all'università di Sassari - Gli effetti e i danni che produce se fossero visibili sulla terra ferma avrebbero portato alla sua messa al bando già molti anni fa. La situazione degli ecosistemi marini è purtroppo molto compromessa la biodiversità marina è in grave crisi, ma questa viene valutata molto di meno rispetto a quella terrestre. Purtroppo per far venire a galla il problema c'è bisogno che vengano colpiti animali carismatici come la tartaruga marina, la balenottera azzurra e la foca monaca. È una tragedia che continuerà a peggiorare se non ci sarà un reale cambiamento d'indirizzo».

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