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Bossi: "Premier leghista? Tutto è possibile"

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E sulle riforme "si vedrà in Parlamento". Schifani: "Non c'è fretta. No a una Camera di serie A e l'altra di serie B"

Monica Rizzello
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Un leader della lega? Perché no. Così Bossi risponde a chi glielo chiede. Tutto è possibile, per il Carroccio e il suo leader. Stesso discorso per quanto riguarda le riforme:  se sono realmente condivise  lo si vedrà in Parlamento. “Quando arriveranno in commissione, quando andremo in Parlamento si vedrà se è possibile che le riforme siano condivise o meno”, ha detto rispondendo ai cronisti che alla Camera gli hanno chiesto se per la Lega per le riforme sia preferibile un percorso condiviso tra maggioranza e opposizione. “Un primo ministro leghista nel 2013? Vedremo, tutto è possibile. Abbiamo dimostrato che tutto è   possibile”. Premier verde possibile- “Un primo ministro leghista nel 2013? Vedremo, tutto è possibile. Abbiamo dimostrato che tutto è   possibile”, ha poi detto Bossi. Frena un po', invece, Renato Schifani. Riforme sì ma senza fretta, e sopratutto più possibile condivise. Anche per lui la sede naturale del confronto fra maggioranza ed opposizione è "il Parlamento, che dovrà coinvolgere le forze politiche chiamate ad approfondire ogni elemento con grande competenza, ma anche soprattutto con esemplare senso di responsabilità". "E' indispensabile - prosegue Schifani - non avere fretta: modifiche così delicate che richiedono ponderazione, equilibrio, scelte complesse mal si conciliano con idee di accelerazione dei tempi. Come ha ben segnalato nei giorni scorsi il Presidente Napolitano, bisogna uscire ‘dalle anticipazioni e dalle approssimazioni', ma aprire un confronto costruttivo ed impegnativo". Seguendo l'esempio dell'insegnamento di Giovanni Spadolini, secondo il Presidente del Senato, "abbiamo bisogno di un bicameralismo paritario e non più un bicameralismo perfetto". In altre parole, Schifani auspica "non una Camera di serie A e l'altra di serie  B, ma entrambi i rami del Parlamento dovranno avere pari dignità costituzionale nei ruoli e nelle competenze a ciascuno assegnati". Insomma, "il Senato potrà essere federale, ma il governo deve essere condizionato dalle sue decisioni". 

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