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L'Onu accusa Musharraf di negligenza

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L'assassinio di Benazir Bhutto «poteva essere evitato»

Massimiliana Parigi
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L'assassinio di Benazir Bhutto «poteva essere evitato».  A dichiararlo il rapporto stilato dalla commissione delle Nazioni Unite, incaricata di far luce sulle circostanze e le ragioni che nel 2007 portarono all'omicidio dell'ex primo ministro pakistano, Benazir Bhutto.  La commissione, composta da tre membri , tra cui l'ex procuratore generale dell'Indonesia Marzuki Darusman e il veterano della polizia irlandese Peter Fitzgerald, e guidata dall'ambasciatore cileno Heraldo Munoz, ha iniziato le indagini nel luglio 2009. L'agenzie di stampa pachistane, citando fonti interne al Palazzo di Vetro, hanno dichiarato che oggi la commissione speciale presenterà il  suo rapporto  al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, che a sua volta lo consegnerà al governo di Islamabad.  In verità i lavori dovevano già essere terminati due settimane fa, ma la richiesta avanzata da presidente Asif Ali Zardari di includere anche i pareri del presidente afghano Hamid Karzai e dell'ex segretario di stato americano Condoleezza Rice, li avevano fatti slittare. L'uccisione della Bhutto era stata causata da un attentato suicida in un parco di Rawalpindi, dove l'ex primo ministro aveva appena concluso un comizio politico. Le misure di sicurezza furono «fatalmente insufficienti» e l'incapacità della polizia di proteggere la Bhutto e di indagare sull'omicidio fu «deliberata». Lo afferma il rapporto dell'Onu. L'atto di accusa mette quindi sul banco degli imputati l'ex leader pachistano Musharraf. Il suo governo «pur se pienamente consapevole delle minacce verso la Bhutto, (...) non è stato attivo nel neutralizzarle.» Nel corso di una conferenza stampa, l'ambasciatore Munoz ha spiegato che «Musharraf usava la questione delle minacce alla sicurezza della Bhutto come strumento per intimidirla e per ostacolare la campagna elettorale.» La Cia e il governo di Islamabad avevano attribuito la paternità dell'omicidio a Baitullah Mehsud, esponente pachistano di una rete terroristica legata ad Al Qaida. Munoz, pur non respingendo questa ipotesi, ha però sottolineato che l'accusa, mossa a sole 24 ore di distanza dall'omicidio, non poteva essere basata su prove concrete. Alcuni analisti ritengono che l'assassinio può, invece, essere stato organizzato dagli stessi servizi segreti pakistani. Munoz inoltre ha detto che l'intelligence di Islamabad ha cercato di ostacolare gravemente le indagini della commissione. «Alte sfere del governo del Pakistan hanno tentato di bloccare l'accesso a fonti militari e di intelligence» ha dichiarato l'ambasciatore, prima di concludere il suo discorso ricordando che il rapporto delle Nazioni Unite non può sostituire un'indagine penale, la quale «rimane responsabilità delle autorità pachistane». Solo un «insieme di bugie». Così un collaboratore dell'ex presidente pakistano Pervez Musharraf ha definito il rapporto della Commissione.

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