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Grillo contro l'assemblea Telecom

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A Rozzano l'incontro degli azionisti. Fuori la protesta dei dipendenti

Roberto Amaglio
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"Io esubero, tu esuberi, Telecom guadagna". Basta questo striscione che troneggia sulla ringhiera della sede Telecom di Rozzano (MI) per far capire lo stato d'animo di circa 1000 dipendenti di Telecom che sono giunti nel milanese per protestare contro il piano industriale dell'azienda, in discussione oggi nel corso dell''assemblea annuale dei soci. Spalleggiati dal comico-attivista Beppe Grillo, i lavoratori hanno manifestato contro i tagli previsti da Telecom, i cui tagli agli investimenti sfioreranno nei prossimi anni i 500 milioni di euro, con i conseguenti tagli al personale. "Telecom, la più grande società tecnologica del nostro Paese, vende tutto e ruba il futuro di mio, tuo figlio - ha aizzato la folla Grillo -. "Si taglia, si vendono i patrimoni e i know-out, ma il debito sociale rimane stabile". Oltre al comico, critici anche i sindacati e le associazioni di categoria, che vedono nel piano il solo obiettivo di riduzione del debito, senza un progetto per il futuro. Frecciate anche nei confronti delle ultime gestioni. L'associazione dei piccoli azionisti Telecom, per esempio, ha proposto di avviare azioni risarcitorie nei confronti degli altri organi di controllo le cui condotte in questi ultimi anni hanno unicamente indebolito il patrimonio della Telecom Italia. Fa nomi e cognomi anche Grillo, che indica nelle amministrazioni Colaninno, Buora e Ruggiero i mali attuali della società. I numeri del resto non sono quelli degli anni d'oro, anche se si confermano le stime al ribasso del precedente piano triennale. Nel 2009 l'utile netto è in calo di 596 milioni (fermandosi a 1.581 milioni), principalmente per effetto della svalutazione dell'avviamento attribuito a Hansenet, delle maggiori imposte di competenza dell'esercizio e per il venire meno di alcuni benefici fiscali. Con questi presupposti, quindi, il nuovo piano industriale prevede nel 2010 ricavi organici in calo del 2/3%, investimenti industriali a 4,3 miliardi e un debito netto rettificato a 32 miliardi, ma che si vuole fare scendere a 28 miliardi già nel 2012, anche se i vertici rassicurano che non si provvederà allo scorporo della rete dall'azienda. "Telecom senza rete sarebbe priva della sua ragione d'essere e senza futuro, visto che questa ci permette di esprimere il nostro potenziale", ha chiuso l'amministratore delegato Franco Bernabè. Intanto l'assemblea ha comunque votato la spartizione di un miliardo di dividendo così ripartito: 5 centesimi per le azioni ordinarie e 6,1 centesimi per le azioni risparmio. "Doveroso premiare gli azionisti, anche se anche i dividendi sono comunque stati tagliati del 300%", ha affermato Bernabé.

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