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Pesca vietata nel golfo del Messico Settentrionale

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L'onda nera colpisce il mercato ittico

Tatiana Necchi
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L'onda nera continua a creare disagi. Il petrolio fuoriuscito dalla piattaforma della BP, che la scorsa settimana ha ragginto le coste della Louisiana, ha sferrato un altro contraccolpo. Questa volta a risentirne è l'industria della pesca. Il governo Usa ha proibito ogni tipo di attività di pesca per almeno 10 giorni nelle acque più colpite dal flusso di petrolio che continua a fuoriuscire dalla piattaforma della British Petroleum: il divieto imposto dal National Oceanic and Atmospheric Administration riguarda l'area compresa tra la foce del fiume Mississippi fino allo spazio di mare dinanzi a Pensacola Bay, al largo della Florida. Dalla Louisiana arriva un terzo della produzione nazionale di ostriche e l'industria ittica nel Golfo del Messico porta circa 2,4 miliardi di dollari alla regione. la zona è un'essenziale punto di sosta per gli uccelli migratori ed è anche vitale per la deposizione delle uova di pesci, gamberetti e granchi. La NOAA, che ha prelevato campioni di acqua e frutti di mare e al momento sta cercando di valutare l'impatto sulla salute dei prodotti eventualmente pescati. Barack Obama, che ha voluto visitare personalmente la zona del disastro, ha ammesso che la perdita di greggio nel Golfo del Messico è «potenzialmente un disastro ambientale senza precedenti». Al termine della sua visita a Venice in Louisiana, il presidente Usa ha respinto le critiche di chi ha visto ritardi nella reazione dell'amministrazione, dicendo che il governo federale ha lanciato e coordinato fin dal primo giorno una serie di iniziative per rispondere senza esitazioni alla crisi: «Ci siamo preparati al peggio, anche se speriamo il meglio», ha aggiunto. Ma l'indice è stato puntato senza esitazione sulla British Petroleum che, ha detto, dovrà pagare il prezzo del disastro ambientale: «La Bp è responsabile di questa perdita e pagherà il conto».

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