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Grecia in fiamme. Tre morti e 20 feriti

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La manifestazione contro il piano di austerity del governo si trasforma in guerriglia urbana. Una molotov contro una banca uccide due donne e un uomo/ Guarda il video e la fotogallery

Tatiana Necchi
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Dall'alta finanza alla guerriglia urbana. E ora, ad Atene, si contano ben tre morti. La manifestazione contro il piano di austerity del governo greco per ottenere gli aiuti di Unione europea e Fmi si è trasformata in guerra civile. E drammaticamente, ora, a bilancio ci sono 3 morti e 20 feriti. Una molotov lanciata da dei giovani incappucciati contro un istituto bancario - una filiale della banca Marfin - nella zona vicina al Parlamento ha causato un incendio. Nel rogo della banca hanno perso la vita almeno tre persone, un uomo e due donne. Di queste, una era incinta. Dure le parole di condanna del premier greco, George Papandreou, dopo gli scontri che hanno messo a ferro e fuoco la capitale greca. «Si tratta di azioni omicide», ha detto il presidente del consiglio. La manifestazione era cominciata in maniera solo apparentemente tranquilla, ma la tensione era nell'aria. Ad Atene, almeno 20mila persone sono scese in piazza per manifestare contro le misure di austerità che dovranno essere votate domani dal Parlamento greco. Il piano, se approvato, porterà nella casse dello stato 110miliardi di euro. Ma sono molte anche le persone che stanno protestando a Salonicco. Quasi subito sono iniziati gli scontri tra polizia e manifestanti (guarda la foto gallery). Nella capitale greca, per esempio, c'è stato il tentativo di una cinquantina di persone di forzare il cordone di sicurezza attorno al Parlamento. Gli agenti, così, hanno reagito con il lancio di granate stordenti e gas lacrimogeni. Non molto diversa è la situazione a Salonicco: i poliziotti hanno usato i gas lacrimogeni per fermare una sassaiola contro le vetrine dei negozi. Le manifestazioni hanno preso il via poco prima di mezzogiorno, proprio mentre la Grecia è paralizzata dallo sciopero generale del settore pubblico, il terzo dall'inizio della crisi. I sindacati chiedono che il piano di rigore venga bocciato e che siano puniti i responsabili dell'esplosione del debito pubblico ellenico. In Grecia sono chiusi uffici pubblici, ospedali, banche e negozi. I trasporti aerei, marittimi e ferroviari sono bloccati con alcune eccezioni per Atene in modo da garantire la partecipazione alle proteste.

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