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Marina olandese libera i pirati somali arrestati

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Il motivo? Nessuno li vuole nelle proprie carceri

Tatiana Necchi
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Ancora una volta alcuni pirati somali arrestati sono stati rilasciati in mancanza di un paese disposto ad "ospitarli" nelle proprie carceri. Questa volta è toccato all'Olanda la cui marina ha dovuto rilasciare 11 pirati appena catturati. Il problema? Mancanza di una destinazione. Se non altro la marina ha annunciato di aver sequestrato loro tre imbarcazioni. Solo ieri lo stesso era successo con la marina russa, che era riuscita a liberare una petroliera assaltata dai corsari somali per poi doverli liberare sempre per assenza di un carcere in cui inviarli. Al momento non è stato ancora possibile trovare un'intesa internazionale su dove detenere e come processare i pirati catturati. Non senza frustrazione per i vari paesi europei che partecipano alla missione UE Atalanta. Anche perché spesso le operazioni di cattura   sono complesse: ieri gli 11 pirati erano stati individuati da un aereo da ricognizione svedese che aveva trasmesso le informazioni alla nave di pattuglia più vicina, l'olandese 'Johan de Witt'. Questa, a sua volta, aveva proceduto alla cattura. Secondo un portavoce di Atalanta, sebbene i pirati avessero gettato in mare le armi, gli olandesi avevano comunque potuto reperire sufficiente materiale di prova contro  di loro. Non sempre, però, i pirati la fanno franca in questo modo. Così quando un'altra nave della marina olandese aveva liberato dai pirati la nave container tedesca "Taipan", i dieci arrestati sono stati condotti in un carcere olandese in attesa di esser estradati in Germania per un regolare processo. Mancano, tuttavia, regole generali e degli standard di riferimento di fronte a questo dilagante problema.

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