Sparate sul ministro
Appunto di Filippo Facci
C'è gente che dovrebbe riempire il lavandino d'acqua gelata e poi ficcarci dentro la testa per un quarto d'ora. Prologo: Michela Brambilla, ministro del Turismo, ha partecipato alla presentazione del manifesto «La coscienza degli animali» e ha detto che abolirebbe la caccia, fosse per lei: «Non credo che una minoranza di 750mila cacciatori possa rivendicare con arroganza la libertà di uccidere animali indifesi, quando la maggioranza degli italiani se ne sente offesa». Trattasi, com'è evidente, di un'opinione personale espressa in un contesto preciso. Bene: sono saltati su in cinquanta a dire che dovrebbe dimettersi da ministro, e il bello è che tra questi c'è un sacco di gente del Pdl come i parlamentari Franco Orsi, Luciano Rossi o l'assessore veneto Elena Donazzan: «Invito il ministro Brambilla a dimettersi», ha detto quest'ultima, «perché una rappresentante del Pdl, eletta con il consenso ricevuto su un programma, non può permettersi di dire l'esatto contrario». Ah no? Cioè: un cittadino, ministro che sia, non può esprimere una libera opinione in una separata sede? No, secondo Orsi: «Quando un Ministro parla, non lo deve fare mai da un punto di vista personale». Altri interventi, come quello del vice presidente del consiglio regionale delle Marche, Giacomo Bugaro, restano senza pari per volgarità. Tutti cacciatori, ovvio. A giudicarli dall'aggressività, io non li farei sparare neanche al Luna Park.