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Diaz, condannati 25 imputati su 27, compresi i gradi più alti della polizia

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Ribaltata in appello la sentenza del novembre 2008. Il governo: confermata la fiducia

Monica Rizzello
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Le condanne - È stata ribaltata in appello la sentenza di primo grado per l'irruzione della polizia nella scuola Diaz di Genova la notte tra il 20 e il 21 luglio 2001, durante il G8. Ieri notte, dopo 11 ore in camera di consiglio, i giudici della terza sezione della Corte d'Appello del Tribunale di Genova hanno condannato 25 imputati su 27 a quasi un secolo di carcere, compresi i gradi più alti della polizia. Il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri è stato condannato a quattro anni, l'ex comandante del primo reparto mobile di Roma, Vincenzo Canterini, a cinque anni, l'ex vicedirettore dell'Ucigos Giovanni Luperi, a quattro anni, l'ex dirigente della Digos di Genova, Spartaco Mortola, a tre anni e otto mesi, l'ex vicecapo dello Sco, Gilberto Caldarozzi, a tre anni e otto mesi. Il governo conferma la fiducia- Nessuna rimozione per gli indagati: «Questi uomini hanno e continuano ad avere la piena fiducia del sistema sicurezza e del ministero dell'Interno» ha dichiarato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano commentando le condanne. Quella della corte d'Appello di Genova, aggiunge il sottosegretario, «è una sentenza che non dice l'ultima parola, in quanto afferma l'esatto contrario di quanto era stato stabilito in primo grado e quindi ora andrà al vaglio della Corte di Cassazione». Questo non significa, prosegue «che alla Diaz non sia successo nulla, ma la sentenza di primo grado aveva individuato delle responsabilità e distinto le varie posizioni». E dunque, sottolinea Mantovano, sono «ragionevolmente convinto che la Cassazione ristabilirà l'esatta proporzione di ciò che è successo, scioglierà ogni ombra su fior di professionisti della sicurezza che oggi si trovano in questa situazione». I funzionari della Polizia di Stato, conclude, «resteranno quindi al loro posto, che non si limitano ad occupare, svolgendo il loro ruolo con grande responsabilità e dedizione, rispetto al quale ci può essere solo gratitudine da parte delle istituzioni». I commenti - «Ora tutti i condannati devono essere immediatamente rimossi dai loro incarichi ed essere espulsi dalla polizia»: è il commento di Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum (GSF) nel luglio 2001 e di Antonio Bruno, già membro del GSF, dopo la sentenza della Corte d'appello che ribaltando la sentenza di primo grado sull'irruzione nella scuola Diaz ha condannato anche i vertici della Polizia di Stato. Soddisfazione è stata espressa anche dagli avvocati difensori dei manifestanti e delle parti civili: «È stata confermata la nostra tesi che anche i vertici sono responsabili dell'operazione. Abbiamo ottenuto il risarcimento delle spese di primo grado, l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni» ha commentato l'avvocato Stefano Bigliazzi. «Quando in nome del popolo italiano tre giudici ribaltano una sentenza di un precedente tribunale e lo fanno sulla base delle medesime risultanze processuali e senza neanche sentire l'esigenza di rinnovare il dibattimento, allora la sentenza acquisisce un valore simbolico e ideologico». A parlare è Jole Santelli, vice presidente dei deputati del Pdl in commissione Affari Costituzionali della Camera. «Visto poi - prosegue - che sotto processo sono uomini oggi al vertice della lotta alla mafia e che hanno ottenuto clamorosi successi, ciò che è accaduto nel “processo Diaz” non può che lasciare profonda delusione nei cittadini. A questo punto sarà la Corte di cassazione a decidere se avevano ragione i giudici di primo grado o i loro severi censori d'appello. Intanto la mafia ringrazia». La vicenda - L'irruzione della polizia nella scuola Diaz di Genova, la notte del 21 luglio 2001, avvenne il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani, ucciso durante l'assalto a una camionetta dei carabinieri e mentre le strade di Genova erano devastate dalle violenze dei black bloc. La scuola Diaz era stata scelta dal Comune di Genova come ostello per i no global arrivati da tutta Europa. Al termine dell'irruzione dei poliziotti del Reparto Mobile di Roma guidati da Vincenzo Canterini oltre 60 ragazzi rimasero feriti, alcuni dei quali in modo grave. La polizia arrestò 93 giovani, tutti poi prosciolti. In quel frangente, furono sequestrate due bottiglie molotov che erano state trovate trovate per strada e poi - hanno sancito ieri sera i giudici - furono portate all'interno della scuola per giustificare gli arresti. In quell'occasione, il giornalista inglese Mark Covell subì lesioni gravissime. Uno dei funzionari di polizia imputati, Michelangelo Fournier definì in aula la scena che gli si era parata davanti una «macelleria messicana». La sentenza del 2008 - Nella sentenza del novembre 2008 erano stati assolti i vertici della polizia per le violenze del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova, all'interno della scuola Diaz. Nessuna condanna, dunque, per Giovanni Luperi, attuale capo del Dipartimento di analisi dell'Aisi (ex Sisde), nel 2001 vice direttore dell'Ucigos, e per Francesco Gratteri, attuale capo dell'Anticrimine, all'epoca dei fatti direttore dello Sco, e Gilberto Calderozzi. Dei 29 imputati, 13 sono stati condannati e 16 assolti. Il tribunale di Genova ha inflitto pene per complessivi 35 anni e sette mesi, di cui 32 anni e sei mesi condonati. L'accusa aveva chiesto condanne per un totale di oltre 108 anni.

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