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Enti "inutili", i lavoratori dell'Ispesl occupano la sede di Roma

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Tagliati nella manovra di Tremonti, protestano: "Siamo 1300, facciamo ricerca scientifica, ci occupiamo di sicurezza sul lavoro e abbiamo un bilancio in attivo. Altro che carrozzone"

Albina Perri
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L'istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), l'Istituto nazionale di oceanografia e geofisica (Ogs), quello sulla ricerca metrologica (Inrim), quello di Alta Matematica (Indam) e la stazione zoologica ‘A. Dohrn'. Sono salvi gli enti di ricerca i cui compiti e le attribuzioni sarebbero dovuti passare al ministero dell'Istruzione e al Cnr: Nell'ultima versione della manovra, spariscono dalla lista degli enti pubblici destinati ad essere soppressi. Salvo è anche l'Istituto di studi giuridici internazionali. Resta invece in manovra la soppressione dell'Ipsema e dell'Ispesl le cui funzioni sono attribuite all'Inail. I lavoratori dell'Ispesl però non ci stanno, e hanno occupato la sede di Roma. Fanno notare al ministro Tremonti che loro non solo non sono un ente inutile, visto che si occupano di sicurezza sul lavoro, ma oltrettutto non sono un costo: sono una risorsa, avendo un bilancio in attivo. “L'etichetta, da alcuni attribuita, all'istituto di “Ente inutile” è offensiva per tutti i lavoratori, oltreché priva di fondamento – spiegano i lavoratori, in stato di agitazione  I lavoratori dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), ente definito “inutile” e per questo soppresso, continuano la loro protesta in attesa di risposte concrete, dagli organi istituzionali competenti, sul loro futuro. Da diversi giorni i circa mille e trecento dipendenti dell'istituto hanno occupato la sede centrale a Roma. L'Ispesl, unico Ente di ricerca in Italia con vaste competenze nel settore della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori, nell'ambito della manovra finanziaria varata dal Consiglio dei Ministri del 25 maggio, è stato sciolto e ancora nulla si sa sul destino delle migliaia di lavoratori, tra cui 540 precari. “L'etichetta, da alcuni attribuita, all'istituto di “Ente inutile” è offensiva per tutti i lavoratori, oltreché priva di fondamento – spiegano i lavoratori, in stato di agitazione -. L'Ispesl non solo non è ente inutile, ma nel silenzio del suo trentennale lavoro quotidiano, attraverso l'impegno e il sacrificio delle molteplici professionalità (ingegneri, medici, chimici, fisici, biologi, ecc) pur nella scarsità di mezzi, garantisce un apporto insostituibile di conoscenze, esperienze e formazione al sistema produttivo del nostro Paese nel delicato settore della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, fornendo un know how, patrimonio per l'Italia. Se è vero che gli infortuni mortali annui sono diminuiti da 1600 a 1200 (per parlare solo delle cosiddette morti bianche) ciò è ascrivibile anche a tutte le innumerevoli iniziative dell'Ispesl, messe in campo attraverso il suo personale. L'Ente che soffre dal 2000 una costante e vertiginosa riduzione di fondi, dimezzati nel corso di questi anni, da 110 a 58 milioni di euro, oltre ad un altrettanto drastica riduzione del personale per raggiunti limiti di età (senza possibilità di un fisiologico turn over, per il blocco delle assunzioni), non ha mai ridotto il proprio impegno per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. L'Istituto ha, infatti, accresciuto e ampliato tutti i possibili servizi che la legge gli consente di erogare, riuscendo persino a incrementare notevolmente le entrate proprie. L'Istituto oggi è in grado di autofinanziarsi (35 milioni di euro) per più del 60% dello stanziamento che perviene dallo Stato. In sostanza si ritiene che, non solo l'Ispesl non sia “ente inutile”, ma che al contrario è “utilissimo” per il nostro sistema produttivo che si autofinanzia”.

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