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L'ultima cima. La storia del sacerdote scalatore

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Nella Spagna che Zapatero vorrebbe laicizzare la gente fa la fila per vedere al cinema un film su don Pablo Domínguez

Eleonora Crisafulli
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di Caterina Maniaci - E' una notizia che colpisce. Nella Spagna che Zapatero vorrebbe completamente laicizzare (leggi scristianizzare) succede che la gente faccia la fila per andare al cinema a vedere un film su un sacerdote. Attenzione: non un film su esorcismi, scandali sessuali, ribellioni e repressioni. No, semplicemente la vita di don Pablo Domínguez, sacerdote filosofo e teologo della Facoltà di Teologia di San Damaso a Madrid. E scalatore di montagne, che amava immensamente, come concreto riflesso del sacro. Proprio mentre scendeva dal Moncayo, l'ultima cima spagnola, di oltre 2000 metri, che mancava alle sue “conquiste”, nel 2009 è morto, all'età di 42 anni. Il film è il ritratto di un uomo allegro, umile e generoso. Mostra il segno profondo che può lasciare un sacerdote nelle persone che incontra. Un sacerdote disponibile che assiste la gente, la ascolta, la confessa, predica la verità senza paura, con umorismo e intelligenza. La regia del film è di Juan Manuel Cotelo, che sarà presente alla proiezione. Il documentario mostra, fra l'altro, la testimonianza del cardinale Cañizares, che scelse don Pablo come docente alla San Damaso, del vescovo Demetrio Fernández di Córdoba, suo amico e il primo a sapere della sua morte, e dell'arcivescovo di Oviedo, Jesús Sanz, allora vescovo di Jaca e Huesca, che fece spesso visita al sacerdote scalatore. Il grande successo nelle sale di questa pellicola è stato preceduto da un insolito boom su Internet. Nelle tre settimane precedenti l'uscita al cinema, il trailer è stato visto più di 200.000 volte. Poi c'è stato il passaggio nei cinema  di Madrid, distribuito solo in quattro sale, ma grazie al passaparola, rapidamente la gente ha cominciato a fare la fila e a protestare per la limitatissima distribuzione e, nel giro di pochi giorni, la programmazione ha coinvolto 50 cinema. Oggi, alle ore 19.00, a Roma, presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (via degli Aldobrandeschi 190), si terrà l'anteprima italiana del film. L'ateneo è una creazione dell'organizzazione dei Legionari di Cristo, a cui don Pablo era molto vicino. I Legionari, stanno affrontando le pesanti conseguenze degli scandali che hanno travolto l'immagine del fondatore, il sacerdote messicano Marcial Maciel (1920-1988), accusato di pedofilia, di fare uso di sostanze stupefacenti e padre di diversi figli, e che, dopo una visitazione apostolica promossa dal Vaticano, è stato appunto  accertato aver tenuto comportamenti "gravissimi e obiettivamente immorali". Questo film, invece, presenta un'immagine positiva di chi ha visto nel movimento, uan reale possibilità di vivere il Vangelo. E proprio oggi Benedetto XVI ha concesso udienza privata a padre Alvaro Corcuera, direttore generale dei legionari e del movimento laicale Regnum Christi. I Legionari di Cristo assicurano al Papa "lealtà incondizionata" in vista della nomina di un delegato pontificio: lo afferma una nota della congregazione a conclusione dell'udienza. "In questo incontro, tenuto dopo la visita apostolica alla congregazione", si legge nella nota, "padre Alvaro Corcuera ha voluto esprimere un personale rigraziamento al Santo Padre per la sua cura paterna e confermare l'incondizionata lealtà al Papa da parte dei membri della congregazione e del movimento. Il Santo Padre ha assicurato p. Alvaro Corcuera del fatto che egli continua ad accompagnare da vicino la Legione di Cristo e il Regnum Christi con le sue preghiere. Egli - conclude la nota dei legionari - ha indirizzato il suo saluto a tutti i membri e, con grande affetto, la sua benedizione apostolica". Caterina Maniaci

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