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Dare del drogato a un ragazzo lede l'onore del genitore

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La Cassazione: "L'espressione si traduce in un rimprovero di scarsa attenzione verso i compiti facenti capo ad un padre"

Eleonora Crisafulli
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Dare del drogato a un ragazzo di fronte alla madre o al padre è un'ingiuria che lede "l'onore e il decoro del ruolo genitoriale". Lo ha stabilito la Cassazione confermando una condanna inflitta dal tribunale di Bologna a due persone, colpevoli di aver detto a un padre che il figlio era tossicodipendente. L'uomo, infastidito da quelle affermazioni sul conto del ragazzo, aveva presentato una querela ai danni dell'uomo e della donna, poi condannati. I due imputati si erano rivolti alla Suprema Corte lamentando il fatto che le frasi erano lesive dell'onore del ragazzo e non di quello del genitore, ma gli ermellini della quinta sezione penale hanno condiviso la tesi dei giudici di merito, rigettando i loro ricorsi.   "Le frasi pronunciate dagli imputati - si legge nella sentenza  - contengono un ben apprezzabile richiamo alle responsabilità genitoriali della persona offesa": in particolare, l'espressione utilizzata dai due "tu stai attento a tuo figlio", "si traduce in un rimprovero di scarsa attenzione verso i compiti facenti capo ad un padre". Dal punto di vista giuridico, infine, "non vi è dubbio che l'autorevolezza nell'espletamento del ruolo genitoriale faccia parte di quel bagaglio di qualità che, nell'apprezzamento dei consociati, contribuisce all'onore e al decoro di una persona: sicché la denigrazione di tale aspetto della personalità costituisce un'offesa penalmente rilevante sotto il profilo di cui all'articolo 594 c.p.".

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