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Tartaglia assolto perché non imputabile

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Aggredì il premier Berlusconi con una statuetta, in piazza Duomo, a Milano. Per il gup era "incapace di intendere e volere"

Eleonora Crisafulli
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Massimo Tartaglia è stato assolto perché non imputabile. È iniziato stamani, a Milano, il procedimento con rito abbreviato nei confronti del pertito elettronico che il 13 dicembre scorso aggredì Silvio Berlusconi con una statuetta, in piazza Duomo, nel capoluogo lombardo. L'uomo era accusato di lesioni aggravate dalla premeditazione e dal fatto che il Premier sia un pubblico ufficiale. Come richiesto dal  procuratore aggiunto Armando Spataro, il gup di Milano, Luisa Savoia, ha assolto l'imputato "perché non imputabile in quanto incapace di intendere e volere al momento del fatto" e ha disposto la misura di sicurezza della libertà vigilata per un anno che Tartaglia dovrà scontare nella comunità terapeutica dove si trova attualmente in cura. All'imputato è stato anche inflitto il divieto di partecipare a manifestazioni pubbliche. Tartaglia è stato ritenuto "socialmente pericoloso" dai periti nominati dal gup. Nella loro consulenza depositata lo scorso venerdì  i due psichiatri, Antonio Marigliano e Fiorella Gazzale, hanno concluso che il 42enne era al momento del fatto incapace di intendere e volere. La richiesta del pm - In aula, il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha chiesto, oltre all'assoluzione, in via principale un anno di ricovero presso la stessa comunità terapeutica in cui attualmente si trova l'imputato; in via subordinata, cioè qualora il gup non dovesse ritenere adeguata questa misura, ha chiesto la libertà vigilata per un anno, sempre con la permanenza nella stessa comunità terapeutica. In questo ultimo caso, si tratterebbe di una misura di sicurezza "più lieve", in quanto Tartaglia potrebbe godere anche di permessi. Entrambe le misure potranno essere "riviste", stando a quanto chiesto dal pm, dopo 6 mesi, qualora la situazione di Tartaglia dovesse mutare. I legali dell'imputato hanno chiesto l'assoluzione e la concessione della libertà perché non lo ritengono, come ha invece attestato la perizia, socialmente pericoloso.

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