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Iran, Gran Bretagna e Germania negano il carburante agli aerei di Teheran

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Fronte comune con gli Stati Uniti, che settimana scorsa hanno stabilito nuove misure sanzionatorie unilaterali

Paolo Franzoso
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Nel braccio di ferro fra la comunità internazionale e l'Iran, le sanzioni stabilite dalla Nazioni Unite iniziano a dare i primi grattacapi a Teheran. Solo giovedì scorso il presidente americano, Barack Obama, aveva firmato la legge – unilaterale, non imposta dalla risoluzione Onu, ma da questa consentita – sulle misure sanzionatorie aggiuntive degli Usa all'Iran. Tra questi provvedimenti anche lo stop alle forniture di prodotti raffinati dal petrolio come il carburante e il blocco all'accesso al sistema bancario internazionale. Tutto preso alla lettera da alcuni Paesi, nonostante l'assenza di obblighi internazionali. Germania, Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti stanno rifiutando le forniture di carburante per gli aerei passeggeri targati Iran. Le compagnie Iran Air – di proprietà dello stato – e Mahan, con numerosi voli verso l'Europa, hanno subito la spiacevole novità. La Repubblica Islamica, da parte sua, ritiene illegale l'atteggiamento assunto da Berlino, Londra e Abu Dhabi. "Dalla scorsa settimana, ai nostri aerei viene rifiutato il carburante negli aeroporti di Gran Bretagna, Germania ed EAU per via delle sanzioni imposte dall'America", ha detto all'agenzia Isna Mehdi Aliyari, segretario dell'Unione linee aeree iraniane. Smentita da parte degli Emirati Arabi Uniti. Una portavoce della Abu Dhabi Airports (Adac) ha detto che la società sta continuando a rifornire gli aerei passeggeri iraniani. L'Iran è il quinto produttore al mondo di greggio. Tuttavia, Teheran non ha gli strumenti adeguati per la completa raffinazione. Unica possibilità è partire al contrattacco. Il parlamentare iraniano Heshmatollah Falahatpisheh, secondo quanto riportato dall'Isna, ha detto che il suo Paese reagirà: "L'Iran farà lo stesso a navi e aerei di quei Paesi che ci causano problemi". Minaccia pesante ma inattuabile: senza il business del petrolio l'Iran si ritroverebbe con le casse semivuote.

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