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Manovra, posta la fiducia al Senato

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L'aula voterà domani mattina. E Tremonti punta su austerità e federalismo per "raddrizzare l'albero storto della finanza"

Eleonora Crisafulli
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Posta la fiducia al Senato sul maxiemendamento alla manovra economica. L'aula voterà domani mattina, le dichiarazioni cominceranno alle 9. 30. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Intanto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti è intervenuto oggi sulla crisi economica, in occasione dell'assemblea di Confcooperative sottolineando l'importanza della manovra correttiva varata dal governo. Per il titolare di via XX settembre il provvedimento è stato il "primo atto" per gestire "con senso di responsabilità" il cambiamento imposto dalla seconda fase della crisi economica con l'attacco all'euro che ha obbligato i paesi dell'Ue a interventi drastici.  E' stato "un passaggio che contiene elementi di riforma. Nessuno ha avuto l'idea di rottura del clima di coesione sociale e questo è dovuto a un profondo senso di responsabilità". Per Tremonti occorre ancora puntare su sobrietà e federalismo per superare le difficoltà: "Non so se sia una ideologia ma l'austerità certamente è una necessità e una responsabilità. Siamo ad un tornante della storia, non solo per noi ma per tutti i paesi. L'austerità è una necessità che significa solidarietà e responsabilità". Per quanto riguarda le autonomie, il federalismo serve a "raddrizzare l'albero storto della nostra finanza allineando un po' la cosa amministrata e la cosa tassata. Se i municipi amministrano il territorio è giusto che ai municipi vadano le tasse e a salire. Non è una scoperta politica o scientifica ma è la scoperta dell'acqua calda. La replica del Pd - L'opposizione parte all'attacco sulla questione di fiducia, definita "intollerabile" da Anna Finocchiaro. Per la presidente del Pd al Senato, è altrettanto "intollerabile il fatto che il presidente Berlusconi non governi l'Italia e i suoi problemi, ma si limiti a regnare". Finocchiaro si dice convinta che la manovra faccia "pagare tanto i cittadini più deboli", mentre "i grandi redditi e i grandi patrimoni non pagano una lira". Altrettanto criticabile è l'assenza di misure che riguardino "le giovani generazioni. E' intollerabile che paghi il Mezzogiorno e che si diano soldi a chi ha truffato lo Stato, a chi non vuole pagare la parte che gli spetta, come nel caso delle quote latte. È intollerabile che non sia prevista una sola misura per la crescita e per lo sviluppo dell'Italia, e che tutto avvenga in un clima di corruzione nelle relazioni umane e politiche (basti leggere i giornali di oggi) mentre il ministro Tremonti continua a parlarci di rigore. Come è evidente non c'e nessuna strategia politica, al massimo c'è una strategia contabile fatta solo di tagli, non certo in grado di indicare al Paese una strada per il futuro".

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