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Bruxelles: catturato il latitante Vittorio Pirozzi, uno dei boss più pericolosi di Napoli

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E'stato fermato nel centro storico della città. Membro del clan camorristico Mariano, era uno dei più noti trafficanti di stupefacenti

bonfanti ilaria
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Un'altra operazione perfettamente riuscita nella lotta alla criminalità organizzata. Nella tarda serata di ieri, nel centro storico di Bruxelles, gli agenti della sezione catturandi della questura di Napoli, in collaborazione con l'Interpol, hanno rintracciato il latitante Vittorio Pirozzi, trafficante internazionale di stupefacenti, inserito nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi. Pirozzi, 58 anni, è lo storico esponente del clan camorristico Mariano e controllava la zona Chiaia del capoluogo partenopeo. Era latitante dal 2003. Dovrà ora scontare una condanna di 15 anni di carcere. La Polizia lo ha rintracciato in un appartamento nel centro storico della capitale belga. Pirozzi e la moglie si telefonavano sempre negli stessi orari, nei medesimi giorni della settimana. Il Capozona di Chiaia cambiava scheda sim ogni 15 giorni e comunicava alla consorte il nuovo numero con il sistema cifrato, di cui la donna annotava le chiavi in un quaderno, ritrovato dagli investigatori. La moglie, invece, si serviva da tempo della stessa scheda. L'ultima telefonata intercettata risaliva a lunedì scorso, una conversazione tra Pirozzi e il figlio, conclusa fissando una data, il 23 agosto, per un altro colloquio. L'arrivo della moglie in Belgio, a Bruxelles, dove il camorrista era stato localizzato da meno di un mese, ha destato i primi sospetti tra gli uomini della sezione Catturandi. Era arrivato il momento di agire perchè, con tutta probabilità, la coppia stava per partire. La certezza che Pirozzi fosse proprio l'uomo che abitava nel modesto appartamento del centro storico della capitale belga è arrivata dopo che i due sono usciti per fare shopping. Il blitz è scattato quando moglie e marito sono rientrati nell'abitazione, mentre gli elicotteri provvedevano a sorvegliare la zona. Pirozzi non era armato e non ha nemmeno tentato di fuggire. Secondo gli investigatori, il boss, nella sua latitanza, cominciata nel 2000, in coincidenza con il processo al clan Mariano che lo riguardava, diventata ufficiale nel 2003 con la condanna definitiva, ha sempre scelto rifugio intorno al porto di Rotterdam, crocevia internazionale dello smistamento della droga in Europa. Le indagini proseguono per capire se, nella città belga, godesse di alcune coperture. Il clan Mariano è una delle poche "famiglie" i cui vertici, seppure detenuti, possono contare su una fitta rete di esecutori di ordini dato che non è mai stato disgregato da pentimenti, e da qualche mese, con la scarcerazione di alcuni esponenti di spicco, tenta di riconquistare territori, sia contro gli Elia e i loro alleati Di Biase, nemici storici, sia contro gli emergenti Ricci che posssono contare sull'appoggio dei Sarno.

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