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Ad Alghero pastori ancora in rivolta bloccano l'aeroporto

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La scorsa settimana avevano circondato gli scali di Cagliari e Sassari. Disagi per i passeggeri

bonfanti ilaria
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La rivolta di circa un migliaio di pastori sardi, coordinata dalla Coldiretti, sta bloccando l'aeroporto di Alghero, causando non pochi disagi alla circolazione. I passeggeri diretti all'aerostazione non possono infatti accedere ai parcheggi e alle aree di sosta temporanea nel settore partenze e stanno incontrando gravi difficoltà ad arrivare a destinazione anche a piedi. All'origine del blocco della circolazione c'è la chiusura degli accessi allo scalo da parte delle forze di Polizia, rendendo quindi "off limits" tutta l'area aeroportuale, oltre che ai manifestanti del Movimento Pastori, a tutti i viaggiatori. L'ingresso alla sala partenze è impedito ai pastori in maniera tale da evitare l'occupazione e la paralisi dei voli. Il clima fra i manifestanti e le forze dell'ordine rimane, almeno per il momento, sereno. Nelle scorse settimane, in analoghe manifestazioni, erano rimasti bloccati, per alcune ore, gli aeroporti di Cagliari- Elmas, Olbia- Costa Smeralda e la 131 che collega Cagliari e Sassari. La piattaforma di mobilitazione per salvare la pastorizia italiana sarà presentata alle Regioni il 30 agosto al Ministero delle Politiche Agricole dove è stata appositamente convocata una riunione per analizzare le problematiche del settore ovicaprino. E' questo quanto affermato dal Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, che ha sottolineato che la grave crisi della pastorizia con "latte e carne che vengono sottopagati a livelli insostenibili per gli allevatori" rischierebbe di far scomparire i 70mila allevamenti italiani con i 7 milioni di pecore che rappresentano "un patrimonio economico, sociale, ambientale e culturale del Made in Italy". Agli allevatori in Sardegna, dove si produce circa la metà del latte di pecora, il latte - ha spiegato la Coldiretti - viene pagato 60 centesimi di euro al litro, ben al di sotto dei costi di produzione e su valori inferiori del 25% rispetto a due anni fa, mentre la carne di agnello deve subire la concorrenza sleale delle produzioni estere che vengono spacciate come nazionali per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine a differenza di quanto avviene per la carne bovina". Precedenti - Con queste sono quattre le azioni di protesta dei pastori sardi, già in azione in quel di Olbia solo lo scorso 13 agosto. Le loro rimostranze avevano anche coinvolto l'aeroporto di Cagliari e la superstrada Carlo Felice, arteria fondamentale per l'isola. 

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