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Iran, quotidiano filogovernativo attacca la première dame francese

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Il motivo? Ha chiesto di salvare la vita di Sakineh, condannata alla lapidazione per adulterio

Tatiana Necchi
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Non si può dire che i media iraniani abbiano apprezzato l'intervento della première dame francese, Carla Bruni, in favore di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna condannata alla lapidazione per adulterio dalle autorità di Teheran. E se da un lato la televisione di stato “Irib” l'ha accusata di “immoralità”, addirittura un editoriale del quotidiano filogovernativo "Kahyan", uno degli organi di stampa più vicino all'establishment della Repubblica Islamica, l'ha definita una “prostituta”. Accusata anche e l'attrice Isabelle Adjani, perché entrambe firmatarie della petizione a sostegno della donna lanciata dal filosofo Bernard-Henri Levy. Nell'editoriale del giornale, ripreso dal sito del settimanale francese Nouvel Observateur, si legge: «Recentemente Carla Bruni, la moglie infame di Nicolas Sarkozy, e Isabelle Adjani, l'attrice francese dalla morale corrotta, hanno espresso il loro sostegno in favore di Sakineh. Carla Bruni si è data da fare per rovinare il matrimonio di Sarkozy e diventare la premiere dame di Francia». Nei giorni scorsi lo stesso Sarkozy era intervenuto a sostegno di Sakineh, dichiarando che la Francia "ha la responsabilità" di occuparsi di questa donna e definendo "medievale" la condanna inflittale. La moglie del presidente Sarkozy la scorsa settimana aveva scritto una lettera aperta a Sakineh in cui esprimeva tutto il suo rifiuto per la pena inflittale. «Perché versare il suo sangue e privare i figli della loro madre?», si leggeva nella lettera della Bruni. «Dal fondo della vostra cella - proseguiva - sappiate che mio marito difenderà la vostra causa senza sosta e che la Francia non vi abbandonerà». Intanto anche in Italia cresce la mobilitazione per salvare la vita della donna iraniana. Il 2 settembre a Roma, davanti alla sede dell'ambasciata iraniana di Via Nomentana, si terrà una manifestazione per chiedere alle autorità di Teheran di risparmiare la vita di Sakineh.

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