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Avvenire bacchetta la Gelmini: "Non si specula sulla pelle dei ragazzi"

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Intanto i precari interrompono lo sciopero della fame dopo 17 giorni. Il popolo viola improvvisa un flash mob

Tatiana Necchi
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Avvenire sguaina la spada a difesa della scuola e contro il ministro Mariastella Gelmini. All'indomani della conferenza stampa sull'avvio dell'anno scolastico, il quotidiano dei vescovi ha deciso di scendere in campo. E lo ha fatto con un editoriale aspro, il cui sunto è che "la scuola non deve essere utilizzata come terreno di scontro, di difese di rendite di posizione, di consenso politico e altre piccinerie". Un attacco personale e non certo velato alla Gelmini, che da settimane è finita anche nel mirino delle proteste dei 200mila insegnanti precari che per via di alcune razionalizzazioni e riforme ora rischiano il posto di lavoro. Scrive l'Avvenire, "non c'è reato più grave oggi in Italia che trattare male la scuola. Lo chiamo reato, perché fa quasi più effetto, in quest'era giudiziaria. Ma si dovrebbe chiamare offesa, ingiustizia, peccato, ignominia tanta è la gravità. Guai a chi per vanagloria o per protesta o per acquiescenza usasse e trattasse senza il dovuto onore questi piccoli nostri figli. Non si guardi ad altri interessi. Non si sfrutti il loro nome per richieste e pretese, per quanto comprensibili. Non si faccia carriera sulla loro pelle".  L'articolo prosegue con critiche personali al ministro, che secondo il quotidiano dei vescovi avrebbe affrontato "con gagliarda e dunque controversa volontà riformatrice sia l'Università che la Scuola. Una partita personale e politica su cui sta scommettendo molto. E mentre in Università le riforme si sono accavallate e ora se ne aspetta una un pò ordinata e di prospettiva, d'altra parte nella Scuola molti interessi corporativi, molti problemi lasciati per strada, molte iniziative frammentate rendono difficile da sempre un vero disegno riformatore".   Sulla questione dei precari e l'apertura di nuovi posti e altri irrisolti nodi (come quello del trattamento riservato alle scuole pubbliche non statali) l'Avvenire sottolinea che "anche quest'anno il panorama dell'avvio confuso e non privo di ombre. Speriamo che prevalga in tutte le parti la buona volontà di salvaguardare l'essenziale". La protesta dei precari - Intanto oggi i due precari-pasionarios della protesta anti Gelmini hanno deciso di sospendere lo sciopero della fame per "riprendere le forze". "Volevamo parlare con la Gelmini ma lei non ha voluto: in fondo sapevamo che non sarebbe successo, abbiamo di deciso di smettere lo sciopero della fame, vogliamo vivere per continuare a lottare", spiega Caterina Altamore (nella foto) che da otto giorni non mangiava. Insieme a lei, davanti Montecitorio, in una tenda stazionava un altro precario, Giacomo Russo, che oggi anche lui ha interrotto lo sciopero dopo 17 giorni. "Noi non chiediamo l'assunzione di tutti i precari in graduatorio - dice Caterina - ma dei posti ci sono e vanno riempiti. Alla Gelmini volevamo spiegare che non ha fatto una riforma, ma solo dei tagli. La scuola pubblica deve essere di qualità: basta con la propaganda, vogliamo una politica seria". Interrotto lo sciopero della fame, ma non il presidio davanti la Camera dei deputati. Flash Mob - Con i precari si è schierato oggi il popolo viola che, insieme a una cinquantina di loro, ha dato il via a un flash mob di protesta sotto Montecitorio. Hanno chiuso in un barattolo tanti fagioli quante sono le persone nella scuola italiana senza un posto fisso, e hanno invitato i passanti a indovinarne il numero esatto. Anche il ministro dell'istruzione è stata chiamata a partecipare al "gioco" ma non ha accettato. "I precari sono 67 mila docenti e 30 mila tra personale Ata, non esattamente i numeri annunciati invece dalla Gelmini", sottolinea Gianfranco Massa, attivista del Popolo viola. I fagioli sono stati poi buttati in un sacco come simbolo della fine che faranno i precari. "Tagliare i precari significa tagliare il mondo della scuola", ha poi concluso Massa lasciando la piazza.

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