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Cassazione: la molestia su Facebook è stalking

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Confermata la condanna a un giovane che minacciava l'ex fidanzata sulla bacheca del social network

Eleonora Crisafulli
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Non solo pedinamenti e chiamate a ogni ora del giorno, adesso, tra le minacce degli stalker rientrano anche i messaggi scritti su Facebook. A stabilirlo è la Cassazione che ha confermato oggi i domiciliari, disposti dal Tribunale di Potenza, per un ragazzo accusato di “atti persecutori” ai danni dell'ex fidanzata. Il giovane, non rassegnandosi alla fine della relazione, prima aveva riempito di minacce la bacheca virtuale del social network, poi aveva postato un video che ritraeva i due durante un rapporto sessuale. Non contento aveva anche tartassato il nuovo compagno della ragazza con foto precedentemente scattate in situazioni intime. “Continui episodi di molestie, consistiti in telefonate, invii di sms, messaggi di posta elettronica e tramite Facebook, anche nell'ufficio dove lei lavorava” avevano portato il Tribunale di Lagonegro, dopo la denuncia della ragazza, nel febbraio 2010 a disporre la custodia cautelare in carcere per l'uomo. In riforma del provvedimento, poi, il Tribunale di Potenza aveva concesso i domiciliari. Inutile per l'indagato il ricorso in Cassazione: i Supremi Giudici, infatti, hanno confermato il provvedimento ritenendo quei comportamenti “minacciosi e molesti” e considerando “gravi indizi di colpevolezza” anche i messaggi su Facebook, che avevano creato nella vittima “uno stato d'animo di profondo disagio e paura in conseguenza delle vessazioni patite”.

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