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Appello dei figli di Sakineh: "Il mondo non ci abbandoni"

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Sajjad e Sahideh scrivono una lettera aperta: "Siamo preoccupati. Gli agenti hanno detto che una volta calata l'attenzione, la nostra vita sarà rovinata"

Eleonora Crisafulli
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La condanna alla lapidazione per l'iraniana Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata sospesa, ma i figli della donna non si sentono ancora al sicuro e in una lettera aperta lanciano un disperato appello alla comunità internazionale. "Aiutateci! Ci sentiamo soli - scrivono Sajjad e Sahideh Ghaderzadeh - e, tranne il nostro coraggioso avvocato Javid Hutan Kian, all'interno della Repubblica islamica siamo completamente abbandonati". I due denunciano di aver subito delle minacce: "Gli agenti dell'intelligence, quando avevano fatto irruzione nell'ufficio del nostro legale, ci hanno minacciati, dicendoci chiaramente che, anche se un giorno dovessimo riuscire a salvare la vita di nostra madre, non avremmo comunque mai pace. Loro ci renderanno la vita insopportabile. Gli agenti hanno poi detto che l'opinione pubblica mondiale adesso è attenta alla vita di nostra madre, ma che, una volta calata l'attenzione, non ci sarà più interesse per questa vicenda e allora la nostra vita sarà rovinata. Queste minacce rendono la nostra situazione tragica e ormai insostenibile. Non sappiamo cosa fare. Siamo soli e preoccupati. Peggio ancora, siamo stati rifiutati anche dai nostri parenti che non vogliono vederci perché sosteniamo nostra madre". L'unica speranza "siete voi in tutto il mondo. Le vostre pressioni esercitate tramite i media internazionali e la vostra vicinanza sono molto preziose per noi e vi supplichiamo di continuare a sostenerci. Non abbandonateci! Non lasciateci qui soli. Vi supplichiamo".

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