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Confindustria: "La ripresa italiana perde slancio"

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Il Csc vede preoccupante anche il mercato del lavoro: "In tre anni persi 480mila posti di lavoro"

Tatiana Necchi
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Arriva il responso ufficiale: sul fronte della rirpesa la performance dell'Italia “è tra le peggiori, così come lo era stata nella recessione”. È questo ciò che è emerso dal rapporto di autunno, "Le sfide della politica economica per rafforzare la crescita italiana", del centro studi di Confindustria che ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2011 (al +1,3%, dal +1,6% stimato a giugno) e confermato le previsioni per il 2010. Anche in Italia la ripresa "perde slancio". Insomma: serve "uno scatto di reni nelle riforme" perché ci sono "nodi strutturali non sciolti". Poi c'è un'altra questione. Infatti il CsC stima che il sommerso “è bruscamente accelerato nel 2009” superando il 20% del Pil: oltre 27% se non si considera la Pubblica Amministrazione. Al Sud è il doppio. Questo dato conduce l'importo dell'evasione fiscale “su valori molto superiori ai 125miliardi” stimati dal CsC lo scorso giugno. Anche la stima della pressione fiscale effettiva è “rivista all'insù”, a un livello “ben sopra il 54% nel 2009”, più del 51,4% stimato tre mesi fa, e del 43,2% della “pressione apparente contenuta nei documenti ufficiali”. Il CsC “stima che il 2010 si chiuderà con 480mila persone occupate in meno rispetto al 2008”. Con un ricorso alla cassa integrazione “che rimarrà alto per il resto del 2010”. Sono 450mila i posti di lavoro già persi a fine giugno. Altri 30mila sono a rischio nella seconda metà dell'anno. Secondo il centro studi “l'occupazione non ripartirà prima dell'anno prossimo, con una stima del +0,4% delle unità di lavoro, ed un tasso di disoccupazione che «salirà, terminando il 2011 al 9,3%”. I consumi delle famiglie italiane resteranno deboli per quest'anno e il prossimo anno: "Nonostante la ripresa dell'economia sia cominciata già dal terzo trimestre 2009 i consumi familiari sono rimasti sostanzialmente stagnanti fino a tutto il secondo trimestre del 2010, quando la perdita rispetto al picco pre crisi era ancora del 2,4%". Nelle previsioni del Csc i consumi delle famiglie aumentano dello 0,4% nel 2010 e dello 0,7% nel 2011, dopo esser diminuiti per due anni consecutivi (-0,8% nel 2008 e -1,8% nel 2009). Tale dinamica dal reddito disponibile reale che si riduce dello 0,1% nel 2010 e recupera dell'1% nel 2011. L'inflazione invece rimarrà bassa, anche nel 2011: "Negli ultimi mesi del 2010 la dinamica dei prezzi al consumo in Italia rimarrà sui livelli correnti: +1,8% annuo a dicembre (+1,5% la media annua, +1,4% in Eurolandia). Nel 2011 l'inflazione salirà poco, restando in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi della Bce: 2% a dicembre (1,9% in media; 1,7% in Eurolandia)".

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