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La Spagna: "Via dalle scuole"

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È polemica sul crocifisso

Silvia Tironi
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La lotta contro la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici si èscatenata anche in Spagna. E dopo la sentenza del Tribunale spagnolo diValladolid che ha ordinato a una scuola pubblica di rimuovere ilcrocifisso dalle aule e dagli spazi comuni, il Psoe di Castiglia e Leonvuole rimuovere il simbolo sacro della cristianità da tutte le scuolepubbliche della regione. La denuncia era scattata tre anni fa per mano del padre di un'alunna e dall'Associazione culturale scuola laica. Nella motivazione del provvedimento, il magistrato segnala che la presenza di simboli religiosi in una scuola pubblica non è prevista dallo Stato spagnolo, perchè attenta ai principi fondamentali di uguaglianza e libertà religiosa e di culto di individui e comunità sanciti dalla Costituzione. Il primo pronunciamento giudiziario ha suscitato, comeprevisto, reazioni e polemiche. Anche e soprattutto oltre i confini iberici. L'arcivescovo di Toledo Canizares, parlando a nome di tutta la Chiesa, lancia l'accusa di "cristofobia". Reazioni anche nel mondo politico italiano: se da un lato l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti italiani saluta con favore la sentenza spagnola, sottolineando come "la rimozione dei crocifissi dagli edifici pubblici è una tendenza che si sta affermando in tutta l'Unione europea: solo l'Italia rimane estranea a questo orientamento di rispetto verso tutti coloro che in società sempre più secolarizzate e plurali non si riconoscono nel simbolo del cristianesimo, dall'altro c'è chi parla di "amnesia e necrosi della cultura europea" (Osservatore Romano). "La laicità dello Stato è un principio troppo serio per essere ridicolizzato, come è avvenuto in Spagna", si affretta a commentare il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Analoga la posizione assunta da PdL e Lega. Così l'esponente del Pdl Michaela Biancofiore: "La decisione del giudice spagnolo, il quale ha ordinato di togliere tutti i crocifissi presentinegli edifici scolastici, è sbagliata e offensiva. In nome di un malinteso principio di laicità che lo Stato dovrebbe riconoscere e difendere, nel paese iberico si continuano a calpestare le tradizioni,i valori, i simboli su cui si fonda la società europea. A questo ennesimo affronto subito dalla religione cattolica in terra di Spagna,dobbiamo rispondere con coraggio, con grande determinazione". Dal canto suo il ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, sostiene che "il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma è il simbolo di quei valori su cui abbiamo costruito la nostra storia e la nostra civiltà. Se si vuol rinunciarealla propria storia e ai propri valori significa che la crisi che sta colpendo il mondo non è solo una crisi economica, ma qualcosa di molto più grave e questo mi preoccupa molto. Le crisi economiche si superano solo partendo dai valori, diversamente ci sarà l'Apocalisse". Su posizioni assolutamente agli antipodi  Paolo Ferrero, segretario del Prc: "La rimozione dei crocifissi dagli edifici pubblici, come è stato deciso da una sentenza della magistratura nella civile Spagna, è un atto giusto, apprezzabile e, soprattutto, che indica una profonda laicità di quello Stato, non certo il suo laicismo, ma che indica come la Spagna sia davvero un Paese non confessionale. Si tratta di un segnale importante. Dovremmo fare lo stesso anche da noi in Italia".

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