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Tosi: "No alle case chiuse, ma regolamentare la prostituzione"

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Il sindaco di Verona: "Se è un'attività consolidata e autonoma, la donna deve essere tutelata"

domenico d'alessandro
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Si ritorna a parlare di prostituzione nelle grandi città, si ritorna a parlare di "case chiuse". La città in questione è Verona, e la polemica si riapre con le parole di Flavio Tosi, primo cittadino leghista della città scaligera. "La prostituzione al chiuso può e deve essere controllata. Occorre che il Parlamento intervenga regolamentando questa attività", dichiara il sindaco, che si dice contrario alle "'case chiuse' gestite dallo Stato". Tosi poi spiega bene il senso delle sue parole: "Nel momento in cui un'attività si consolida e si può definire autonoma, senza sfruttamento, con tutti i controlli sanitari e di sicurezza, senza problemi di illegalità e degrado, credo possa essere considerata un'attività professionale e come tale debba essere regolamentata". Come dire, chi sceglie di fare questo lavoro deve essere tutelato, con delle norme ad hoc. "In tutti i paesi occidentali moderni - ha concluso Tosi - c'è una normativa su come si può esercitare la prostituzione, senza arrecare disturbo ai residenti e senza problemi di sicurezza. Per questo auspico che il Parlamento intervenga con una normativa". Proprio oggi, a Verona, la polizia municipale ha messo i sigilli a un appartamento in cui una cittadina brasiliana si prostituiva. La segnalazione era stata fatta da una cittadina direttamente al sindaco. Che ha deciso di intervenire in prima persona.

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