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Sanremo, CdA Rai: "No a brani politici al Festival"

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Da Viale Mazzini divieto di eseguire "Bella ciao" e "Giovinezza" all'Ariston. Morandi: "Masi, fidati di noi, siamo equilibrati"

tiziano vanni
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Il CdA della Rai chiude la polemica: "No a 'Bella ciao' e a 'Giovenezza' a Sanremo". Ma, stando a quanto si apprende dalle agenzie, il no è esteso a qualunque brano che abbia una spiccata connotazione politica. Si sgonfia così il caso che aveva fatto discutere nel corso degli ultimi giorni. "Non facciamo e non vogliamo fare politica, questi inni sono stati già eseguiti in tv senza ottenere tutto questo polverone - ha detto Gianni Morandi - Alla Rai dico: fidatevi di noi, siamo equilibrati e lavoreremo nel rispetto del direttore Mauro Masi che ci ha lasciato lavorare autonomamente. La musica non può far arrabbiare nessuno". Il CdA, oltre al suddetto divieto, ha chiesto alla direzione di Raiuno di affrontare l'organizzazione della serata festivaliera per i 150 anni dell'Unità d'Italia con la serietà e tutti i crismi che una simile serata richiede. C'è inoltre l'invito ad evitare annunci che possano solo diventare "casi mediativi" che non sono compatibili con le linee editoriali che servizio pubblico deve avere anche nelle trasmissioni di intrattenimento. Il caso - La notizia dell'esecuzione di "Bella ciao" sul palco dell'Ariston era stata data da Gianni Morandi a margine di un incontro con dei giornalisti. Il cantante dichiarava che una delle serate del Festival, in programma dal 15 al 19 febbraio, sarà interamente dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia, con i quattordici artisti in gara chiamati a interpretare canzoni che ripercorrono la storia nazionale: "Nella serata-evento di giovedì 17 febbraio ogni artista, oltre al proprio brano in gara inedito - aveva spiegato il direttore artistico del Festival Gianmarco Mazzi - ne proporrà uno edito tra quelli che hanno fatto da colonna sonora a momenti storici italiani importanti". Poi Morandi aveva auspicato di poter sentire i quattordici artisti in gara cantare "Bella ciao". "Voglio essere autonomo" - Le frasi del cantautore avevano dato il via a una valanga di proteste. Al che l'artista di Monghidoro - intervenendo su diverse emittenti radio - aveva cercato di gettare acqua sul fuoco concentrandosi sull'Inno d'Italia: "Mi piacerebbe poter aprire la serata del giovedì con il Canto degli Italiani, che è il nostro inno, l'inno di Mameli", ha detto ai microfoni dell'"Alfonso Signorini Show", su Radio Monte Carlo. Sulle frequenze di Radio 105, invece, ha affermato: "Mi piacerebbero anche la 'Canzone del Piave' o 'Addio Lugano Bella' che era la canzone degli anarchici. E - conclude - non credo che canzoni di più di cento anni fa dovrebbero farci paura". A Radio24, invece, il prossimo conduttore della kermesse canora ha affermato: "Io e Mazzi rivendichiamo l'autonomia artistica nella scelta delle canzoni della serata del giovedì". Polemiche politiche - Il direttore era anche ritornato sulla questione del brano partigiano: "Il significato è artistico e non politico. Se vogliamo cantare canzoni della nostra storia non dobbiamo aver paura di cosa rappresentano ma dobbiamo tener conto dell'importanza artistica che hanno avuto e che hanno. Il pubblico decreterà il vincitore di questa serata-evento".  Canalis e Rodriguez - Gianni Morandi aveva concluso il suo discorso parlando delle due bellezze che lo affiancheranno all'Ariston: "Prima di salire sul palco, anche se hanno già avuto esperienze in varietà cinema e fiction, si devono preparare - dice il neo presentatore - oltre a presentare, vogliono cantare e ballare. Insieme cercheremo di farle venire fuori come artiste e non solo come belle ragazze".

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