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"Mai offerto il permesso ai quatto della gru"

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Così il Prefetto di Brescia, il giorno dopo la fine della clamorosa protesta

domenico d'alessandro
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Chi dice che agli immigrati che occupavano la gru era stato promesso il permesso di soggiorno "mente, a prescindere dalla posizione giuridica dei singoli". Così il Prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace, nella conferenza stampa di martedì, all'indomani della conclusione della clamorosa protesta dei quattro immigrati. Il prefetto ha poi indicato che per definire la loro posizione, i quattro "dispongono di un collegio difensivo che comnunque non può bloccare l'iter amministrativo, che seguirà inevitabilmente il suo corso: la legge è tale fino a prova contraria". La cronaca di lunedì - Dopo sedici giorni i quattro immigrati che si trovavano in cima a una gru nel centro di Brescia sono scesi e hanno interroto la loro protesta. La "bandiera bianca" è stata sventolata lunedì sera intorno alle 20.50, sotto una pioggia battente e tra gli applausi delle persone che, ai piedi della gru, sostenevano la loro azione.  Ancora non si conoscono i dettagli che hanno portato i quattro a interrompere la loro protesta, anche se sembra essere stata fondamentale l'ultima mediazione messia in campo dalla Curia e dai sindacati (Cgil e Cisl). Poco prima di scendere gli immigrati hanno calato dalla gru dei sacchi, pieni delle poche cose che avevano a loro disposzione. I quattro sono stati presi in consegna dai loro avvocati, con i quali si recheranno in Questura per l'ìdentificazione. Gli ultimi scontri - Domenica nella città lombarda si sono consumeati nuovi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine prossimità della gru. Nel pomeriggiodall'alto sono stati lanciati pezzi di cemento staccati dal contrappeso e bottiglie di plastica contenenti urina. Uno dei pezzi di cemento ha colpito in pieno il parabrezza di un furgone della polizia. Gli immigrati, inoltre, non mangiano da due giorni e sono ancora in corso delle trattative per portare loro del cibo. Gli sconti di sabato - Un corteo composto da un migliaio di persone, alle quali si sono poi aggregati i centri sociali e alcuni gruppi no global, ha cercato di arrivare proprio sotto la gru, in piazzale Cesare Battisti, su cui gli uomini protestano per chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno. Nel momento in cui agenti e contestatori si sono incontrati è scattato il lancio di bombe carta, bottiglie e sassi verso le forze dell'ordine, che hanno tentato di respingere i manifestanti utilizzando anche le autoblindo. Almeno 13 carabinieri sono rimasti feriti, di cui uno in modo serio. Secondo la ricostruzione della Questura, da dietro alla vicina sede universitaria sono spuntati, all'improvviso, una trentina di ragazzi armati di sassi, bombe carta, bottiglie e mazze. Contro la polizia è quindi iniziata una vera e propria sassaiola. Il primo tentativo di sfondare la testa del corteo è stato respinto dalle forze dell'ordine, ma i manifestanti si sono ricompattati e hanno provato una seconda incursione contro agenti e militari. In questo momento la tensione è ancora alta. Non si conosce il numero delle persone rimaste contuse tra i manifestanti. Era previsto sin dalla mattinata che una delegazione avrebbe potuto avvicinarsi alla gru per prendere contatti con i cinque immigrati presenti sulla gru - cosa che è poi avvenuta - ma quando i "delegati" sono rientrati nel gruppo sono scattati i disordini con la polizia. La solidarietà di La Russa - "Porgo la mia solidarietà ai 13 carabinieri che sono rimasti feriti a Brescia. A loro la nostra vicinanza, il nostro saluto, la nostra solidarietà", aveva affermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

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