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Il dramma Ferrari divide la Lega

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Per Calderoli, "Montezemolo si deve dimettere", Maroni lo difende. Il Presidente però è categorico: "Non lascio"

Andrea Tempestini
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Un finale atroce, lacrime e sangue, quello andato in scena domenica ad Abu Dhabi. La stagione della Ferrari, e di Fernando Alonso, è finita come forse nessuno si aspettava. Il pilota spagnolo, giunto al traguardo soltanto settimo, ha lasciato il titolo mondiale alla Red Bull di Sebastian Vettel, dominatrice della gara. La debacle ferrarista è stata un occasione per il ministro alla Semplificazione Normativa, il leghista Roberto Calderoli, per attaccare il presidente della scuderia di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo, in odore di ingresso in politica con il tanto chiacchierato terzo polo. Per Calderoli, "Montezemelo si dovrebbe dimettere", perché "la Ferrari e' riuscita a perdere un Mondiale di fatto già vinto grazie alla demenziale strategia operata dai box". Più cauto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, secondo il quale Montezemolo "non si deve dimettere, ma semmai meditare". La politica è ovunque, anche tra le curve di Abu Dhabi. Montezemolo ha però chiarito che non ha alcuna intenzione di lasciare l'incarico. L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha voluto rispondere alle accuse di Calderoli e alla Lega Nord che ha chiesto al presidente Ferrari di farsi da parte. Per il manager italocanadese le "polemiche su Montezemolo sono ingenerose e offensive". In difesa di Montezemolo, rompendo "il fronte leghista", si è schierato anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che si è detto dispiaciuto per la sconfitta della Ferrari ed ha aggiunto di non credere che il presidente del Cavallino debba dimettersi. "Purtroppo è andata male, si poteva vincere", così Maroni, " ma il team Ferrari è di altissimo livello e professionalità". Tornando alla gara di domenica, ad affosare il Cavallino ci ha pensato l'harakiri deciso nei box, una tattica suicida per marcare stretto Mark Webber (il teorico antagonista numero 1) che ha imbottigliato le rosse in un traffico dal quale non sono più riuscite a uscire. Il "giustiziere" delle Rosse - ed è paradossale - è stato Michael Schumacher. L'errore del pilota tedesco in una delle prime curve ha segnato l'ingresso in pista della safety car, che ha condizionato gara e strategie per Alonso e Massa (soltanto decimo al traguardo, incapace di liberarsi della Toro Rosso di Alguersuari). Alonso, in lacrime, a fine gara si è detto "frustrato". E c'è da credergli, poiché il miracolo del pilota di Oviedo è stato vanificato. Curva dopo curva, aveva portato in vetta all'ultima gara del mondiale una Ferrari costantemente in affanno rispetto alla Red Bull campione del mondo. Ma non è servito a nulla. La classifica finale infatti recita impietosa: Vettel 256 punti, Alonso 252, Webber 242 e il pilota McLaren Hamilton 240.

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