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Pisapia è spacciato

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di Filippo Facci

Andrea Tempestini
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Altro esempio di dimissioni finte o ridicole: quelle del piddino milanese Filippo Penati, come ben raccontato da Luca Sofri sul suo Post.it. Penati è stato il capo del Pd milanese, è stato il responsabile dei risultati del Pd milanese e quindi è stato il responsabile delle candidature a cui il Pd milanese è stato sottoposto; in altre parole, ha fallito su tutta la linea. Nel 2009 ha perso le elezioni provinciali e nel 2010 ha perso quelle regionali; in quest'ultimo caso ha motivato la disfatta con una lettera rimasta celebre per comicità: «La missione è compiuta... l'esito delle urne ha preparato il terreno per tornare a vincere a Milano». Morale: è stato catapultato alla segreteria nazionale di Bersani dove tuttavia ha continuato a controllare le cose milanesi: prima ha diffidato delle primarie, poi, quando non è riuscito a evitarle, ha appoggiato ufficialmente Stefano Boeri. Che ovviamente ha perso: anche perché Bersani non si è mai fatto vedere in quanto «Il Pd», ha detto Enrico Letta, «non vuole sporcare la coloratura civica della corsa di Boeri». Come a dire che il Pd sporca quello che tocca. Ri-morale: Filippo Penati ha deciso di dimettersi ma soltanto dalla segreteria nazionale, così da potersi occupare esclusivamente di Milano dove miete evidenti successi da anni. Ora appoggerà il candidato Giuliano Pisapia. Fossi in Pisapia, io mi toccherei i ministri dell'Interno.

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