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Sarah, Riesame: "Da Sabrina scaltro e abile depistaggio"

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Caso Scazzi, ecco perché la cugina deve rimanere in carcere. Coinvolta anche la madre Cosima: "Ha mentito, era a casa"

Andrea Tempestini
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Pericolo di inquinamento delle prove e pericolo di fuga. Sono queste le due motivazioni principali che hanno portato il Tribunale del Riesame di Taranto a confermare la detenzione in carcere per Sabrina Misseri. Lo scorso 13 novembre il Tribunale aveva emesso il proprio parere sulla cugina di Sarah, indagata con l'accusa di concorso nel sequestro e di omicidio della giovane. A carico di Sabrina, si apprende nelle dodici pagine di motivazioni, ci sarebbero nutriti indizi di colpevolezza. Il rischio di inquinamento delle prove "è innegabile e agevolmente desumibile dall'attività, complessa e multilivello, di depistaggio già abilmente e scaltramente posta in essere dalla Misseri sin dai primi minuti susseguenti al delitto", afferma il Tribunale. Il documento è stato consegnato in tarda mattinata, e confermerebbe l'impianto accusatorio presentato dalla Procura della Repubblica nel corso dell'udienza. In questa occasione, tutte le eccezioni presentate dai legali difensori di Sabrina Misseri vennero respinte: la giovane dovrà dunque rimanere in carcere, probabilmente verrà trasferita nella sezione femminile del penitenziario di Lecce. "Cosima ha mentito" - Ma i giudici del Riesame coinvolgono ufficialmente anche Cosima Serrano, madre di Sabrina. Secondo loro, infatti, la donna ha mentito quando ha affermato di non essere in casa la mattina del 26 agosto, il giorno dell'omicidio di Sarah Scazzi, uccisa nel primo pomeriggio. Nell'ordinanza si legge che "la presenza di Serrano Cosima all'interno della abitazione la mattina del 26.8.2010 (costei ha sempre negato questa circostanza affermando di essere andata a lavorare nei campi e di essere rientrata per l'ora di pranzo, dopo le 13:00) è confermata oggettivamente dall'acquisizione di documentazione bancaria da cui risulta che costei, alle ore 12:18, aveva effettuato il versamento di due assegni bancari sul proprio conto corrente acceso presso la Banca di Credito Cooperativo di Avetrana. In tal senso - prosegue il Tribunale - convergono anche le dichiarazioni rese in data 2.11.2010 dal funzionario di banca Milizia Angelo Carmelo che ha affermato di ricordare perfettamente tale circostanza, negata dalla ricorrente (Sabrina Misseri, ndr) e dalla stessa Serrano, ma che conferma il racconto del Misseri". Polemiche sugli avvocati - "Questo processo ormai è solo business". Così Francesca Conte, legale di Sabrina Misseri, ha spiegato la decisione di lasciare la difesa di una dei due indagati per la morte della cugina Sarah Scazzi. Tutto questo il giorno dopo l'incidente probatorio che ha visto l'altro protagonista della vicenda, lo zio Michele, accusare la stessa figlia Sabrina dell'0micidio della nipote. Un vero e proprio terremoto destinato a cambiare anche la storia del processo. "Mi è stato insegnato -  ha proseguito la legale - che la difesa tecnica, per essere efficace, deve essere libera da condizionamenti, indipendente, coerente ed onesta, non potendo invece essere legata a speculazioni inconfessabili di ogni tipo". Al posto della Conte, la famiglia Misseri ha nominato l'avvocato Vito Russo, sostituito solo pochi giorni fa dalla stessa Conte. Subito dopo la deposizione di Michele, la legale aveva sottolineato le incongruenze dell'uomo "Ha detto una serie di cose che sono assolutamente in contraddizione e che la morte di Sarah è stato un incidente, non un atto voluto". Gli incidenti probatori, ha commentato il legale, "sono così: posso garantire che la realtà spesso supera la fantasia, e purtroppo lo dico per cognizione di causa". Per la Conte "le contraddizioni insuperabili diventeranno una prova perché esiste un concetto di attendibilità, credibilità e coerenza". L'incidente probatorio - Era durato 11 ore l'incidente probatorio di Michele Misseri, durante il quale lo zio ha dato la versione definitiva sul delitto della nipote, trasformandola in una prova pronta per la fase processuale. Misseri ha ripetuto nuovamente quello che è avvenuto lo scorso 26 agosto. Ma la differenza è che la sua versione viene cristallizzata, ovvero diventa prova e non può più essere modificata in vista del processo per il delitto di Avetrana. Come richiesto dalla difesa, l'uomo non ha potuto né vedere né parlare con la figlia Sabrina. Ma la sostanza non è cambiata rispetto all'ultima confessione: per Misseri è stata Sabrina a uccidere la piccola Sarah, strangolandola con una cinta. Lui, ha proseguito, sarebbe stato tirato in ballo soltanto in un secondo momento, dopo che la figlia lo avrebbe raggiunto per dirgli: "E' successo un guaio". Lo zio ha poi avrebbe ritrattato, ancora una volta, l'autoaccusa di violenza sessuale su Sarah. "Ho parlato della violenza per rendermi più credibile". Misseri è poi entrato nel dettaglio sulle fasi dell'occultamento del cadavere, spiegando che tolse i vestiti alla piccola Sarah, ma non per abusare di lei, ma perché aveva paura che venissero a galla dopo aver gettato il cadavere nel pozzo. Michele ha poi raccontato di aver fatto il segno della croce usando la mano della ragazza prima di occultarne il corpo. Intorno alla mezzanotte di venerdì, Sabrina Misseri ha accusato un lieve malore durante le fasi finali dell'interrogatorio-incidente probatorio. La ragazza ha poi lasciato la sala dove il padre stava raccontando la sua versione dei fatti. Sabrina non ha perso l'occasione per accusarlo nuovamente, per poi essere riportata in cella.

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